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La Stampa

La vendemmia dei pannelli solari ... Allarme sulle colline: “I colossi del fotovoltaico hanno fame di terre e stanno sfrattando i vigneti”... Un boom che contagia l’Italia... Terreni coltivati a pannelli solari, schermi scuri che spuntano fra vigneti e colline, dalla Puglia al Piemonte, su fin nel cuore del territorio che fra Astigiano e Cuneese vorrebbe diventare patrimonio dell’Unesco. E sindaci, tanti e in tutta Italia, a chiedersi che cosa sia meglio per il proprio territorio, terreni fertili o impianti fotovoltaici. Energia pulita al posto dell’agricoltura. Il boom degli impianti fotovoltaici è iniziato cavalcando l’onda dei contributi pubblici: gli imprenditori che hanno visto lungo hanno pensato in grande, perché con un impianto da un megawatt, tra incentivi e vendita dell’energia in rete, si guadagnano fra i 250 e i 400 mila euro l’anno. Servono due ettari di terreno perché tetti e capannoni non bastano più. Ed è arrivato l’allarme, lanciato dal movimento “Stop al consumo del territorio”, 18 mila sostenitori in Italia fra Comuni, associazioni e privati: “Le richieste di autorizzazione per nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli sono esplose - annuncia Alessandro Mortarino, referente nazionale del movimento - perché dal prossimo anno saranno ridotti i contributi pubblici a disposizione e i grandi imprenditori si affrettano a installarli entro l’anno: avremo intere colline coltivate a pannelli”. Hanno raccolto le prime segnalazioni un anno fa, si sono resi conto che non è cosa di una sola regione: “Ci hanno contattati sindaci dalla Puglia e dal Cuneese soprattutto, ma anche da Marche, Emilia Romagna, Umbria e Toscana - aggiunge Mortarino - preoccupati dalle richieste e senza strumenti per dire no”. Perché la legge del 387 del 2003 parla chiaro: le infrastrutture che producono energie alternative sono di pubblica utilità e urgenti. Così le richieste, negli uffici di Comuni e Province, si accavallano: a fine 2009 secondo i dati del Gse (il Gestore servizi energetici) gli impianti funzionanti in Italia erano 71.284, il 123% in più dell’anno precedente, cinque volte in più di quelli installati nel 2007. “Stop al consumo del territorio”, ha proposto una moratoria: “Interrompiamo per sei mesi le pratiche in corso, in attesa di avere delle linee guida con cui i sindaci possano destreggiarsi fra le richieste”, ha proposto Mortarino. E intanto sul sito Internet del movimento si accavallano ipotesi e suggerimenti, perché “anche se le delibere dei Consigli comunali sono invalidate dalla legge del 2003, almeno un po’ fanno da deterrente, soprattutto per chi ha fretta”. Così è successo al Comune di San Costanzo, provincia di Pesaro e Urbino, che ha modificato il regolamento edilizio escludendo dall’installazione di impianti i terreni fertili: “La Provincia ha rigettato la modifica, ma intanto richieste non ne sono arrivate, a differenza di quanto è successo nei paesi vicini”, spiega ancora Mortarino. L’allarme è stato lanciato, raccolto dalla Coldiretti di Torino e dai colleghi del Cuneese che guardano con diffidenza il progetto di Benevagienna, un parco fotovoltaico da quasi sei megawatt di potenza. A Canelli, nel cuore dell’area candidata a diventare patrimonio Unesco, il Comune potrebbe approvarne due e la sola idea ha spinto gli abitanti in piazza. Così la paura è finita in un dossier presentato al Salone internazionale del libro di Torino: “Gli uomini e la terra” sono gli atti di un convegno che fra le colline di Vinchio d’Asti ha dato vita a una mozione per la tutela del suolo, stilata dall’Associazione culturale Davide Lajolo e proposta a Slow Food come alla Fondazione del Libro nei giorni in cui il deputato astigiano del Pd, Massimo Fiorio, inoltrava un’interrogazione al ministero delle Politiche agricole “sul consumo del suolo e l’estendersi degli impianti fotovoltaici” chiedendo una nuova normativa. Chissà cosa ne pensano gli imprenditori. Chissà gli agricoltori che per un campo di grano possono ora soppesare due ipotesi: cinquecento euro di rendita l’anno per ogni ettaro, cinquemila d’affitto a chi installerà i pannelli. L’altra faccia della medaglia, l’agricoltura al prezzo dell’energia pulita.

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