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La Stampa

La promessa di un’annata di qualità ... È partita la vendemmia, è partita con una regolarità d’altri tempi, se consideriamo che il ritardo di una decina di giorni rispetto al 2009, è solo frutto di un clima non esasperato, dal punto di vista del caldo. Quindi regolarità su tutti i fronti, in questi giorni in cui si raccolgono le uve bianche che saranno la base per i nostri brut. E a giudicare da questo primo osservatorio le prospettive sono almeno tali da pareggiare il risultato dell’eccellente vendemmia dello scorso anno. Ora, come in tutte le previsione vige la postilla “salvo complicazioni nel mese di settembre”, ma i giorni che ci aspettano, se promettono bene per più settimane, potrebbero solo migliorare la già buona qualità. C’è da essere felici? Certamente sì, nonostante i cattivi pensieri che sono passati nelle menti di qualcuno, preoccupato dell’aumento della quantità di uva a fronte di una crisi di consumi e vendite. La verità è che oggi non c’è solo un sovrappiù di vino in generale, ma anche di un certo vino che nei cosiddetti anni d’oro ha toccato prezzi da vertigine. C’è affollamento nella parte alta della piramide e a quanto pare qualcuno deve scendere. Ma credo che al piano immediatamente sotto ci siano consumatori - anche giovani - pronti a cogliere l’occasione: un vino molto più buono di un tempo, forse, si potrà acquisire a prezzi giusti, quasi ad invogliare un interesse verso un prodotto che fa parte del nostro Dna. Del resto siamo qui a parlarne per quell’inesauribile magia del vino, che con la vendemmia 2010, inevitabilmente, dovrà sancire un nuovo patto col consumatore.

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