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La Stampa

Nelle terre del Salento… Dietro a quei rossi la forza delle donne … “Dietro un gran vino c’è un gran donna” ama dire con un pizzico d’ironia e malizia tutte rivolte ai rivali e colleghi uomini, Madame Bize-Leroy, una delle più forti personalità femminili del panorama enologico nonché la regina delle cantine della Borgogna come Domaine d’Auvenay e Domaine Leroy. Ma se ci spostiamo in Puglia, nel Salento, e più precisamente nelle Tenute Rubino (200 ettari che producono 11 vini) scopriamo che dietro un rosso aristocratico come il Torre Testa o il Visselio di donne ce ne sono almeno una ventina. C’è chi come Grazia, 51 anni, che con la sua immancabile maglietta bianca e bandana gialla in testa, raccoglie e cura i grappoli d’uva dei vigneti delle Tenute Jaddico e Marmorelle. Ci sono, poi, storie d’immigrazione e ritorno come quella di Casimira, che prima lavorava in una fabbrica in Lombardia e poi è rientrata nel suo paese e ora con la sorella Annamaria lavora alle Tenute Rubino. Maria e la figlia Vita, poco più che ventenne, lavorano al vitigno Susumaniello (da cui nasce il Torre Testa, 12 mila bottiglie l’anno) o al vitigno Primitivo che dà vita al Visselio (30 mila bottiglie l’anno). Le donne del vino, dai cappelli a tese larghe per ripararsi dal sole, arrivano dai paesini di Torre, Mesagne e San Michele, nel cuore del Salento. Sono delle professioniste, non si occupano solo della vendemmia ma di tutte le operazioni sulle piante: pota verde, diradamento, cimatura, defogliazione e ovviamente la raccolta.

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