02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa

Parte la corsa al tartufo, vince chi arriva ultimo ... La raccolta è stata anticipata, ma non tutti sono d’accordo. “Meglio aspettare le piogge per avere un prodotto migliore”... Per fare un tartufo ci vuole un albero. Ma ci vuole anche un po’ di pioggia. C’è una regola non scritta, che in questi
giorni ha donato un sorriso a chi è impegnato tra i filari e messo un po’ di apprensione a chi ha impugnato lo zappino per l’avvio della stagione del fungo ipogeo più prezioso, il bianco d’Alba: “Stagione anticipata per la vendemmia, posticipata per i tartufi”. Dunque, come sarà l’annata 2011/2012 del “tuber magnatum pico”, iniziata il 15 settembre e pronta a deliziare il palato dei buongustai fino al 31gennaio?

I trifolao, che in inverno e primavera avevano iniziato a essere ottimisti, osservando la neve e la pioggia cadere dal cielo con un’abbondanza ormai inconsueta, non avevano perso la fiducia neppure a inizio estate, quando i temporali non sono mancati e la siccità quasi non s’è vista. Ma un agosto e un inizio settembre con il termometro ben al di sopra delle medie stagionali hanno rapidamente cambiato lo scenario. Così, mentre i vignaioli speravano che il bel tempo li accompagnasse senza precipitazioni che mettessero a repentaglio il raccolto, i seimila cerca- tori delle pepite bianche hanno fatto la danza della pioggia, che poi è puntualmente arrivata. E mentre scavano le prime buche nei boschi del basso Piemonte, dicono:“Il tartufo non è il moscato. Se le uve sono state staccate con due settimane d’anticipo, le prime trifole di qualità arriveranno quando l’autunno si degnerà di bussare alla porta”. Perché è proprio la secchezza del terreno il nemico principale del “tuber” che ha eletto Alba come sua capitale. Gli almanacchi dicono che il 2003 e il 2007 furono annate afose e pessime, con scarsissimi prodotti e prezzi alle stelle, fino a 750 euro l’etto. Poi sono arrivate due stagioni più equilibrate, con un giusto rapporto tra quantità, qualità e prezzi. Il 2010 è stato archiviato come la miglior stagione degli ultimi dieci anni: raccolto abbondante e quotazioni più che accessibili, intorno ai 200 euro l’etto. Ma con un tipo bizzarro e misterioso come il tartufo non si può mai sapere. “Non bisogna aver’ fretta, basta un po’ di umidità per creare le condizioni ottimali”, spiega Agostino Aprile, presidente dell’Unione delle nove associazioni tartufai del Piemonte. “I prodotti finora estratti sono delle primizie poco affidabili” dicono noti commercianti come Andrea Rossano e Gian Maria Bonino, che vorrebbero creare un gruppo di “indignados del tartufo”. Contestano la decisione della Regione Piemonte di anticipare la raccolta al 15 settembre, dopo che per mesi era stato sbandierato uno slittamento al primo ottobre, per meglio tutelare i consumatori. Proprio a ottobre, Alba si vestirà a festa per l’ottantunesima edizione della Fiera internazionale del tartufo bianco. Un carosello di eventi che dal 7 ottobre al 13 novembre punta a soddisfare non solo la gola. Nel menu ci sono infatti ospiti come Luis Sepùlveda e Giovanni Allevi, una mostra dedicata alle Langhe di Cavour e una maratona fenogliana che venerdì proporrà una lettura non stop del romanzo “L’imboscata”. Tra le novità, il Centro nazionale studi tartufo proporrà un convegno su “Pasta, tartufo e 2.0: la comunicazione enogastronomica al tempo dei food blog”. “Il tartufo è senza dubbio storia e tradizione”, dice il direttore del Centro, Mauro Carbone, “ma ha anche una forza comunicativa straordinaria. Non vogliamo tirarci indietro di fronte al web. Per questo ad Alba, nella capitale mondiale del tartufo, vogliamo offrire uno spazio reale per confrontarci con le opportunità del mondo virtuale”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su