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La Stampa

Vino dal ribes e toma senza latte: dall’Ue ricette choc e qualità a rischio ... Assedio al cibo “made in Italy”... Stoppato, non bocciato. Lo yogurt senza latte sugli scaffali e nei nostri frigoriferi potrebbe diventare realtà e aggiungersi alla lista degli “inganni a tavola” che da troppo tempo minacciano il Made in Italy. Il blitz dell’Unione Europea, che vorrebbe convincere il Governo italiano a modificare le norme per consentire l’utilizzo della polvere al posto del latte, per ora è stato solo accantonato dopo l’audizione, definita “informale”, della Commissione Agricoltura della Camera, che ha ascoltato Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri e Fedagri oltre alle cooperative agricole.
Ma Coldiretti lancia l’allarme: “Sul parere di modifica della legge che riguarda le norme concernenti il divieto di ricostituzione del latte in polvere per l’alimentazione umana la Commissione dovrà esprimersi la prossima settimana”. Insomma, Bruxelles stringe d’assedio l’Italia perché il volume d’affari del pianeta yogurt e gli interessi delle industrie di trasformazione della polvere in sostituzione del latte vero, sono enormi (800 milioni di euro i consumi di yogurt nel nostro paese). Del resto non è la prima volta che i consumatori italiani sono costretti a subire le direttive comunitarie a scapito della produzione di qualità, sotto la spinta di paesi europei che non possono contare su un’agricoltura forte e di eccellenza. Il caso più clamoroso è rappresentato dal vino Senza uva per effetto della riforma europea di mercato del settore vitivinicolo che risale al 2008, la quale ha autorizzato la produzione e la commercializzazione di prodotti ottenuti attraversò la fermentazione di frutti diversi dall’uva, come ribes e lamponi. E, per restare nel settore caseario, il formaggio senza latte, nel quale può essere incorporato fino al 10 per cento di caseina e caseinati. Lo yogurt rappresenta ancora uno degli ultimi baluardi da espugnare prima che l’Ue dia il via libera a un’incursione allargata al sistema del Made in Italy enogastronomico, abbassando i livelli di competitività. Coldiretti è stata fra le prime a lanciare l’allarme: “Questo tentativo di colpo di mano - denuncia l’organizzazione agricola - è purtroppo solo l’ultimo capitolo di un processo che ha già portato a profondi cambiamenti sulle tavole degli italiani all’insaputa dei consumatori. In questo caso l’inganno è ancora più grave perché la vendite di yogurt crescono in modo costante soprattutto fra le giovani generazioni che vedono questo prodotto caseario come un alimento salutistico”.
Quali le ragioni addotte per giustificare il cambio della norma? In tempi di crisi sarebbero ridotti i costi di trasporto in quanto la polvere occupa meno spazio del latte fresco. “In realtà - denuncia Coldiretti - si consentirebbe di utilizzare polvere di latte a basso prezzo importata da paesi extracomunitari invece del prodotti italiano”.

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