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La Stampa

B&B, l’alleanza rossa in marcia su Pechino ... Dopo 150 anni di rivalità, storica intesa commerciale tra Barolo e Brunello ... B& B, Barolo e Brunello, due simboli, anzi due vertici dolomitici che hanno segnato i 150 anni dell’Italia del vino, fanno fronte comune. L’occasione è la conferenza che domani pomeriggio Enzo Rivella, presidente del Consorzio Montalcino, terrà proprio all’interno del Museo del Vino di Barolo per raccontare le politiche di diffusione del famoso rosso toscano. Il Barolo, che porta il nome di uno degli undici comuni di produzione, è figlio delle uve nebbiolo, che non attecchiscono ovunque; il Brunello, originato da una selezione clonale di sangiovese, aggiunge al nome quel Montalcino di terra senese, dove negli anni si è registrato un vero miracolo enologico. -Entrambi hanno conquistato i consumatori di tutto il mondo e talvolta si sono rincorsi per segnare un primato, che nessuno decreterà mai. Produttori dei due schieramenti hanno caratteri spesso opposti: timidi e introversi i langhetti del Barolo, quanto timorosi ce il successo diventi prima o poi una parabola; sfacciati e aggressivi gli ilcinesi, che vorrebbero mantenere il livello di immagine sempre di un palmo sopra a tutti. Entrambi i vini sono stati poi vittime del modernismo, che è una brutta bestia, capace di fughe in avanti oltre l’ostacolo - immaginato tale per la finta modernità - che è del territorio. Così i rispettivi disciplinari di produzione, in tempi recenti, sono stati messi in discussione, con il tentativo di aggredire i mercati di un vino più moderno, laddove la modernità, per alcuni, era l’asservimento ai gusti internazionali del merlot e cabernet e l’uso acritico della piccola botte (la barrique). Il Brunello, pochi anni fa ha dovuto in qualche modo capitolare, risollevandosi velocemente; il Barolo ha trovato la strada sbarrata dai “tradizionalisti”, che a muso duro hanno rimesso i paletti dove c’erano sempre stati. Oggi si ritrovano in maniera ufficiale, ma gli appassionati di vino sanno che c’è un solo incontro possibile perché entrambi siano B&B e parlino lo stesso linguaggio: il vino vero. Ossia il vino, Barolo e Brunello che sia, capace di invecchiare, di affinarsi lungo l’unghia aranciata, in un’armonia straordinaria che ha i profumi delle spezie, del tabacco (in entrambi), talvolta del cioccolato e della liquirizia, con un sottofondo di viola madida. A 20-30 anni questi 2 vini (non quelli moderni che sono fatti per vendere e si corrompono prima) fanno i racconti della grandiosa qualità enologica dell’Italia. Con un Barolo che talvolta scalpita ancora e si avvia ai 40, anche 50 anni, e un Brunello che mostra tutta la sua nobile stoffa toscana, capace di un equilibrio superbo nel corso del tempo. Si brindi, allora, a questi B&B, a patto di coglierli oltre l’adolescenza. Il “grande” vino, da noi e da sempre è una cosa sola.

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