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La Stampa

Viene dall’Italia il 34,5% del vino bevuto nel mondo ... L’export vale 4,4 miliardi ed è cresciuto del 12,4 in tutto il pianeta a preoccupare sono però i consumi interni in continuo calo ... Il Vinitaly è tempo di bilanci per il vigneto Italia che brinda all’export in crescita ma riflette sulla contrazione del mercato interno dove i consumi sono in continuo calo. E lo dimostrano i numeri: negli Anni 70 si bevevano circa 120 litri annui pro capite mentre oggi si raggiungono a fatica i 40. Era un altro vino, altri prezzi, altre abitudini ma la tendenza al ribasso inevitabilmente pesa sulle aziende. Il calo dei consumi nei Paesi produttori è un fattore consolidato e colpisce anche la Francia che si assesta a 45,4 litri pro capite - secondo le statistiche diffuse da WineNews - segnando un calo del 30 per cento negli ultimi vent’anni. Però per fortuna c’è l’export. Che ai francesi - trascinati dall’effetto champagne - fa sfondare la soglia dei dieci miliardi di euro fatturati in giro per il mondo dal settore alcol dei quali oltre sette sono merito del vino.
L’Italia dei grandi rossi, dei bianchi e delle bollicine si difende alla grande e stabilisce il suo primato personale: un aumento del 12,4% che per la prima volta spinge il fatturato dell’export oltre i 4 miliardi, precisamente a 4 miliardi e 403 milioni di euro. Il primo mercato restano gli Stati Uniti con 948 milioni di euro anche se il maggior numero di litri viaggia verso la Germania che importa dal Belpaese oltre 689 milioni di litri. In Europa l’incremento più importante arriva dalla Francia, dove la passione per i nostri vini è cresciuta del 25% superando i cento milioni di fatturato.
“Dobbiamo riuscire a interpretare lo scenario mondiale così modificato dalla crisi - spiega Maurizio GaNini presidente di Fedagri-Confcooperative - e la via dell’export è la più sicura per la crescita. Secondo noi però per diventare forti anche sul piano della promozione è indispensabile passare attraverso processi di aggregazione seri”.
Il dibattito tra chi chiede aggregazione e chi pensa che il dinamismo delle centine italiane sia merito delle dimensioni continua al Vinitaly che grazie all’export comincia comunque sotto una buona stella.

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