
“Più che ’l dolor, poté ’l digiuno”, fa dire Dante Alighieri al Conte Ugolino della Gherardesca, nel Canto 33 dell’Inferno della “Divina Commedia”, citando, peraltro, in anticipo di circa 700 anni, un illustre antenato di quel Gaddo della Gherardesca la cui famiglia ha legato indissolubilmente il suo nome al vino, soprattutto a Bolgheri, e non solo (come abbiamo raccontato qui). Ma il Sommo Poeta, evidentemente, sul vino era assai lungimirante, visto che quella Vernaccia, unico vino citato esplicitamente nella sua opera più importante, nel Canto 24 del Purgatorio, avrebbe avuto ragione in Europa, ed in Spagna in particolare. Perché il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, che tutela il grande bianco di Toscana, ha vinto la battaglia legale contro il marchio “Varnacia 1321”, ottenendone la cancellazione per aver sfruttato indebitamente la notorietà della denominazione italiana che vede i vigneti dimorare sotto le iconiche torri medievali famose in tutto il mondo.
La vicenda, spiega il Consorzio, ha inizio il 13 maggio 2022, quando la società spagnola Gmarket fa richiesta di registrazione del marchio figurativo “Varnacia 1321” per vini in classe 33. “Un nome che richiama in modo piuttosto esplicito e ingannevole la Dop “Vernaccia”, peraltro con l’aggiunta dell’anno 1321, che rievoca proprio l’anno di pubblicazione della “Divina Commedia” e la celebre citazione di questo vitigno toscano da parte di Dante Alighieri (“Questi e, mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e quella faccia di là più che l’altra trapunta ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’Anguille di Bolsena e la Vernaccia”)”, riporta il Consorzio, ricordando l’unica citazione di un vino nel capolavoro dantesco, che solo la Vernaccia può vantare. E che ha presentato prontamente un’opposizione formale, “chiedendo il rigetto della domanda sulla base di “motivi assoluti”, in quanto il marchio “Varnacia 1321” risulta palesemente evocativo della Dop oggetto di tutela”. Ancora, spiega il Consorzio, “nonostante l’evidenza del richiamo spagnolo a un’eccellenza assoluta del territorio toscano, l’opposizione viene conclusa nel 2023 con una prima vittoria di Gmarket, che per superare le obiezioni avanzate dal Consorzio, decide di limitare i prodotti rivendicati ai soli vini conformi alla denominazione di origine protetta “Vernaccia di Oristano”. Una soluzione artificiosa, che però non corrispondeva alla realtà: il marchio “Varnacia 1321”, infatti, era in uso per vini spagnoli, privi di qualsiasi legame con le denominazioni italiane”.
Ma il Consorzio toscano, con la consulenza specializzata dello studio Bugnion, ha risposto intraprendendo un’azione di decadenza per ingannevolezza del marchio “Varnacia 1321”. “Nei giorni scorsi finalmente, dopo un lungo percorso legale durato circa due anni, il procedimento d’appello si è concluso con una decisione destinata a fare scuola: le ragioni del Consorzio vengono accolte, il marchio “Varnacia 1321” viene effettivamente dichiarato ingannevole e sarà dunque cancellato dal registro dei marchi spagnoli”, spiega il Consorzio stesso. “Questa vittoria dimostra quanto sia fondamentale credere nella tutela legale garantita anche all’estero ai marchi e alle denominazioni d’origine e investire per proteggere i nomi legati alle nostre eccellenze territoriali - sottolinea l’avvocato Paola Stefanelli, di Bugnion - la Proprietà Intellettuale, se gestita strategicamente, garantisce che gli sforzi per la promozione e valorizzazione delle nostre Dop e Igp, di cui l’Italia ha il primato assoluto, non siano sviliti da tentativi fraudolenti di accostare prodotti stranieri alla cultura, alla storia e alla qualità che ha reso il made in Italy famoso in tutto il mondo”.
“Il Consorzio nasce prima di tutto come espressione giuridica della comunità di tutti i viticoltori della città di San Gimignano, con il compito di proteggere e valorizzare quei vini che da secoli, ormai, rappresentano al meglio la nostra città e il nostro territorio: ecco perché oggi siamo ancora più orgogliosi di aver ottenuto questo importante risultato”, spiega Manrico Biagini, presidente Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano. Che aggiunge: “questo successo è il frutto di un lavoro che parte da lontano, con un attento monitoraggio non solo del mercato estero e internazionale, ma anche e soprattutto dei diversi registri marchi nazionali: perché il modo più efficace per bloccare sul nascere una minaccia, è proprio quello di intercettare questi marchi prima che arrivino sul mercato, tramite un servizio di sorveglianza, limitando così al massimo qualsiasi eventuale danno di immagine, per noi e per i nostri viticoltori. Un grande successo, dunque, non solo per la Vernaccia di San Gimignano ma per tutto il sistema delle denominazioni italiane, ancora troppo spesso oggetto di imitazioni “selvagge” all’estero”.
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