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ANTEPRIME DI TOSCANA

La Vernaccia di San Gimignano alla prova del calice: i nostri migliori assaggi

Nel bicchiere le ultime vendemmie dell’unica “enclave” bianchista della Toscana, espressione di un territorio unico, che ha resistito alla pandemia
VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO, vino, Italia
I vigneti di Vernaccia e le torri di San Gimignano

La Vernaccia di San Gimignano, l’unica Docg bianchista regionale, alle “Anteprime di Toscana” 2022, mette in campo l’annata 2021, purtroppo caratterizzata anche da fenomeni poco entusiasmanti per i produttori, dalle gelate alla siccità, pur evidenziando vini ben eseguiti anche se un po’ in debito di reattività; la 2020, in versione “selezione”, annata più regolare e con vini contraddistinti da una buona fragranza, e la Riserva 2019, quest’ultima a confermare il buon profilo dell’annata anche nella sua versione bianchista, con vini di sostanza e dalla intensità aromatica in parte inaspettata per la Vernaccia (un vitigno, come è noto, tendenzialmente neutro).
Tra i nostri migliori assaggi, possiede profilo floreale ben definito la Vernaccia di San Gimignano Vigna a Solatìo 2021 di Casale Falchini, dallo sviluppo gustativo tendenzialmente scattante. Naso ancora da assestarsi completamente per la Vernaccia di San Gimignano 2021 de La Lastra, che trova il suo punto di forza in una bocca solida e saporita. Profumi dai netti rimandi agrumati per la Vernaccia di San Gimignano Suavis 2021 di Mormoraia, che in bocca è godibile e ben profilata. Ben eseguita la Vernaccia di San Gimignano Isola Bianca 2021 di Teruzzi (Gruppo Terra Moretti) sottile nel suo sviluppo gustativo e sfumata nei suoi toni aromatici limpidi. Dai profumi ferrosi e floreali la Vernaccia di San Gimignano Clanys 2020 di Cesani, dal gusto godibile e a tratti rinfrescante. Raffinata nei suoi toni floreali e rocciosi la Vernaccia di San Gimignano Fiore 2020 di Montenidoli, dal sapore contrastato e continuo, che termina su una bella nota salina. Scorrevole e saporita la bocca della Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2020 di Panizzi, ben supportata da aromi freschi e sottili. Fragrante e preciso il profilo olfattivo della Vernaccia di San Gimignano Lyra 2019 de Il Palagione, dal sorso ben accentato dalla verve acida. Raffinato e articolato il naso della Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2019 de Il Colombaio di Santa Chiara, dal sorso ritmato e sapido, dal finale in crescendo. Dai rimandi di pietra focaia e erba di campo gli aromi della Vernaccia di San Gimignano Vigna ai Sassi Riserva 2019 de Le Calcinaie, dal sorso solido e gustoso.
Se questo è il verdetto del calice, va evidenziato che San Gimignano, città di una bellezza unica, con le sue torri medievali che sono un’icona nel mondo, e la sua zona produttiva, già cantata da Dante nella Divina Commedia (unico vino citato dal “Sommo Poeta” è proprio la Vernaccia di San Gimignano, ndr) e immortalata dal Vasari, che oggi supera i 700 ettari vitati, in generale, hanno superato sostanzialmente bene le criticità causate dalla pandemia, chiudendo positivamente il 2021. Le quote di mercato sono aumentate del 12% sul 2019 e, nell’anno appena concluso, sono stati imbottigliati oltre 37.000 ettolitri di Vernaccia (nel 2020 erano stati appena sopra i 36.000 mentre nel 2019 poco più di 39.000).
Il giro d’affari, secondo i dati del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, guidato da Irina Guicciardini Strozzi, supera di poco i 13 milioni di euro con il 52% della produzione venduta all’estero (per il 30% in Europa, per il 18% in Usa e per la restante percentuale in Asia), mentre è del 42% la fetta dell’imbottigliato venduto in Italia, di cui la metà direttamente a San Gimignano.

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