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LA VICENDA TOCAI-FRIULANO DIVIDE I PRODUTTORI. DI LENARDO: “BISOGNA ACCETTARE E SFRUTTARE IL NUOVO NOME FRIULANO PER RILANCIARLO NEL MONDO”. SOINI (CORMONS): “ASPETTARE SENTENZA DEFINITIVA, CI VUOLE AMOR DI PATRIA” ... A ROMA DI SCENA “SUPERWHITES”

Italia
Massimo di Lenardo

La vicenda del nome del Tocai Friulano non conosce ancora una soluzione definitiva, e la via della doppia etichetta (Friulano per l’estero, Tocai Friulano o Friulano per il mercato interno), divide anche i produttori del bianco italiano.
“È una situazione - commenta a www.winenews.tv, Massimo Di Lenardo della cantina Di Lenardo - che sarebbe ridicola se non fosse tragica. Ormai quasi tutti i produttori hanno accettato il nuovo nome Friulano, che bello o brutto che sia, collega al territorio. Non si capisce perchè le cooperative si ostinino a combattere una battaglia persa, dal momento che l’Unione Europea ha detto più volte che la decisione presa non cambierà”.
“Anzi - continua Di Lenardo - la vicenda ha portato attenzione sul Tocai, che in fondo a livello di mercato è poco più di una chicca, 2 milioni totali di bottiglie divise tra tutti i produttori non sono niente. Il nuovo nome Friulano, invece, potrebbe essere sfruttato per rilanciare questo vino nel Mondo come bandiera del Friuli”.
C’è chi però non si rassegna ad aver perso il nome Tocai, come Luigi Soini, direttore della Cantina Produttori di Cormòns: “prima di investire su un nuovo nome bisogna aspettare la sentenza finale della controversia con l’Unione Europea, iniziata da noi qualche anno fa”. Due le principali obiezioni di Soini: “primo, se noi rinunciamo al nome, con quale forza l’avvocato può far valere le nostre ragioni davanti all’Unione Europea? Secondo, per lanciare un nuovo nome, Friulano, che creerebbe ancora più confusione sui mercati, ci voglio soldi e almeno 20 anni. Ammesso che si trovino i primi - sottolinea - i secondi sono lunghi da passare”.
“Ci vuole - conclude Soini - un po’ di amor di patria. Perché dobbiamo perdere un nome storico? Ci attaccano sull’aceto balsamico, ci attaccano sul Parmesan, ci attaccano sul prosciutto di San Daniele. Chi siamo noi italiani rispetto agli altri Paesi europei, gli ultimi presi per strada? Ci stanno portando via tutto”.

L’evento - Slow Food: torna a Roma “Superwhites”, i migliori 67 friulani
Tornano, per l’ottava volta, nella capitale i “SuperWhites”, i grandi vini bianchi del Friuli: la due-giorni di degustazioni, libere e gratuite, dei prodotti di 67 viticoltori è di scena il 19 e 20 gennaio, in 17 enoteche di Roma e 5 nel Lazio per concludersi all’Hotel Cavalieri Hilton, nella kermesse organizzata da Slow Food Lazio, Slow Food Roma e Slow Food Friuli Venezia Giulia.
L’obiettivo è quello “di promuovere l’immagine di vini che sono testimoni di un territorio particolarmente vocato alla produzione enologica di eccellenza”.
Si tratta di “un’occasione unica per confrontare le caratteristiche dei vini bianchi che costituiscono il 55% della produzione enologica del Friuli: dalle varietà autoctone - ribolla gialla, malvasia, verduzzo friulano, ramandolo, picolit - ai vitigni internazionali, insieme a ben 36 campioni di Friulano, l’ex Tocai che ha dovuto recentemente cambiare denominazione. Si potranno assaggiare e acquistare: prosciutto del Consorzio di San Daniele, salame del Collio friulano e prosciutto Praga di Morgante, specialità gastronomiche d’oca e formaggi selezionati”.

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