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LA RICORRENZA

La vite ad alberello di Pantelleria celebra 10 anni dal riconoscimento come Patrimonio Unesco

Risalente ai fenici ed “eroica”, simbolo di resilienza e maestria contadina, ha permesso di preservare l’uva Zibibbo da cui nasce il celebre Passito

Una pratica straordinaria e una coltura eroica, risalente all’epoca fenicia, che ha permesso di preservare le piante di uva Zibibbo, un vitigno a bacca bianca, noto anche con il nome di Moscato d’Alessandria, dal quale si ottiene il rinomato Passito. Pantelleria, la “perla nera” del Mediterraneo, isola crocevia di popoli, eccellenze gastronomiche e paesaggi rurali unici, celebra 10 anni del riconoscimento come Patrimonio Immateriale Unesco de “La pratica agricola tradizionale della coltivazione della vite ad alberello della comunità di Pantelleria”. Conferito il 26 novembre 2014 a Parigi, il riconoscimento ha segnato un momento importante per l’isola, consacrando la pratica quale tradizione agricola distintiva del luogo, da salvaguardare e tramandare, tecnica simbolo della resilienza e della maestria contadina di una comunità che è riuscita a sopravvivere in una terra impervia, caratterizzata da vento, sole e scarsità d’acqua.
La vite ad alberello pantesca è coltivata all’interno di buche circolari profonde 50-60 cm che proteggono le piante dal vento, creando un microclima umido, essenziale per sopperire alla mancanza d’acqua. I viticoltori piantano la vite in un sistema di terrazzamenti sostenuti da muretti a secco costruiti con pietre vulcaniche, un elemento distintivo del paesaggio agricolo dell’isola. Questi terrazzamenti permettono la coltivazione su pendii scoscesi preservando il terreno. Le piante, allevate basse, si sviluppano così con una forma ad ombrello che ottimizza la captazione della rugiada e protegge i grappoli dall’intensa irradiazione solare. Gli agricoltori dell’isola, custodi di questa tradizione millenaria, mantengono con devozione i terrazzamenti e le coltivazioni, scongiurando l’abbandono di un territorio ad alto rischio idrogeologico.
Una delle conseguenze più importanti del riconoscimento Unesco è stata la nascita del Parco Nazionale Isola di Pantelleria, che coinvolge l’80% della superficie dell’isola, e che svolge un ruolo cruciale nella tutela e promozione del patrimonio naturale e culturale di Pantelleria, proteggendo non solo la vite ad alberello, ma anche la ricca biodiversità dell’isola. L’interazione armoniosa tra uomo e natura è alla base della mission dell’Ente Parco che, grazie alla collaborazione con il Consorzio di Tutela Vini Doc Pantelleria e l’amministrazione comunale, garantisce le competenze amministrative, tecniche, scientifiche necessarie per mantenere in equilibrio il delicato ecosistema. Il Museo Virtuale della Vite ad Alberello di Pantelleria è, invece, un’iniziativa dedicata alla salvaguardia della tradizionale pratica agricola, realizzato con il contributo del Ministero dell’Agricoltura, dall’Ente Parco, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, MedEat Research (diretto dal professor Marino Niola con Helga Sanità, e il coordinamento scientifico della professoressa Elisabetta Moro, ndr) e Svimez. Un contenitore virtuale che raccoglie testimonianze e voci legate alla terra, integrando i sentieri tracciati dal Parco per creare un’esperienza unica che fonde l’aspetto umano con il territorio.
Le celebrazioni ufficiali per il decennale hanno preso il via l’11 giugno con un evento a Parigi nella sede Unesco, in occasione dell’Assemblea Generale degli Stati Parte della convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. A fare gli onori di casa l’ambasciatore d’Italia presso Unesco Liborio Stellino, la direttrice del Parco Sonia Anelli e il sindaco di Pantelleria Fabrizio D’Ancona, con la partecipazione di decine di delegati da tutto il mondo che hanno potuto scoprire il valore dell’isola raccontato in un video emozionale e gustare il meglio della tradizione enogastronomica pantesca. Nell’occasione, e anche ieri, al Centro Brera, a Milano, l’Ente Parco ha avuto modo di presentare la monografia “Pantelleria. Racconti di Vite”: un volume, ricco di immagini e testimonianze, che esplora l’anima dell’isola attraverso i punti di vista di chi vive e custodisce questa importante pratica agricola. Anelli e D’Ancona, con Italo Cucci, commissario straordinario del Parco, vi scattano una panoramica dell’isola, esaltandone il fascino senza tempo e raccontando le sfide legate alla sua salvaguardia. Il professor Pierluigi Petrillo, direttore della Cattedra Unesco sul Patrimonio culturale immateriale Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza (intervistato, da WineNews, nei giorni scorsi, sul cammino Unesco della cucina italiana), illustra l’iter della candidatura. Benedetto Renda, presidente del Consorzio dei vini Doc dell’isola, racconta le sfide e le gratificazioni del lavoro eroico nei vigneti. Ma ci sono anche gli interventi del biologo del Parco Andrea Biddittu, dell’architetto paesaggista Giorgia De Pasquale, e dell’entomologo Paolo Fontana. Anche il fotografo Giò Martorana, che nutre un legame affettivo con l’isola, condivide un suo scatto della vite ad alberello e un omaggio narrativo su Pantelleria, in un dialogo silenzioso e carico di mistero, che solo l’occhio di un fotografo può catturare.
Le celebrazioni del decennale Unesco proseguiranno a Pantelleria, dove, dal 13 al 19 settembre, sarà la comunità pantesca protagonista dei festeggiamenti, e ci sarà un convegno dedicato ai Patrimoni Immateriali Unesco italiani, che non rappresentano semplicemente un traguardo, ma un’opportunità per riflettere e guardare, in questo caso, al futuro dell’agricoltura in un periodo di significativo cambiamento climatico.

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