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ATTUALITÀ

L’agricoltura frenerà la propria crescita nel 2025 e nel 2026: lo dice la Commissione Europea

Pubblicato il rapporto sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’Ue: per il vino previste scorte inferiori alla media quinquennale
AGRICOLTURA, COMMISSIONE EUROPEA, PRODUZIONE, vino, Mondo
L’outlook di breve termine dell'agricoltura e del vino Ue, secondo la Commissione

Agricoltura europea tra luci ed ombre, con previsioni di crescita che rallentano, dopo un anno che ha visto alcuni settori crescere ed altri andare più a rilento. In un contesto di prospettive economiche globali caratterizzate dal sentiment dell’incertezza, per il 2025 (con rischi derivanti da conflitti geopolitici e crescenti tensioni commerciali) le prospettive per l’economia dell’Ue indicano una crescita inferiore rispetto alle previsioni precedenti: +1,1% nel 2025 e +1,5% nel 2026. A dirlo è il “Report: Eu agricultural markets short-term outlook - summer 2025”, l’edizione estiva 2025 del rapporto sulle prospettive a breve termine per i mercati agricoli dell’Ue, redatto dalla Direzione Agricoltura della Commissione europea, che presenta i fattori fondamentali che determinano le tendenze e le loro implicazioni per i settori delle colture arabili, delle colture specializzate e dei prodotti animali.
 Il report spiega che l’inflazione alimentare nell’Ue continua ad essere superiore a quella generale (3,1% rispetto al 2,2% di maggio), sebbene si osservi una certa stabilità, o addirittura deflazione, per alcune categorie di prodotti alimentari. Nonostante livelli storicamente elevati, gli agricoltori dell’Ue hanno recentemente registrato costi di input stabili. Viene previsto un calo dei prezzi del petrolio, sebbene le tensioni in Medio Oriente potrebbero influire su questo aspetto.
C’è poi la questione dell’euro, più forte rispetto al dollaro Usa, che potrebbe ridurre i costi degli input importati, anche se una valuta più forte rischia di rendere le esportazioni dell’Ue più costose, tema che non a caso è centrale quando si parla di dazi. Tra le principali produzioni europee, quella di cereali, nel 2025/26, riporta ancora il report, aumenterà del 4,1%, migliorando la bilancia commerciale, con esportazioni in aumento del 26% e importazioni in calo del 19%. Nel 2024/25, la produzione di zucchero bianco è aumentata del 6,5%, grazie all’ampliamento delle aree di produzione ma un potenziale calo dell’8% nel 2025/26 potrebbe portare a un aumento delle importazioni. I prezzi dell’olio di oliva nell’Ue sono diminuiti significativamente entro giugno 2025, riflettendo una ripresa della produzione del 37% mentre il vino sconta un anno particolare, come abbiamo spesso raccontato, ed ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 20 anni, nel 2024/25, con i consumi che continuano a diminuire (vedi focus sotto, ndr). Le condizioni climatiche sono invece favorevoli per la produzione di arance nell’Ue, che dovrebbero aumentare del 4,6% rispetto ai minimi storici della stagione precedente, con una crescita concentrata nella trasformazione.
Giù, invece, la produzione di pomodori che diminuirà del 2,6%, in particolare per la trasformazione, mentre la produzione di prodotti freschi rimarrà stabile ma al di sotto della media. Le consegne di latte nell’Ue potrebbero rimanere stabili nel 2025, sostenute da condizioni favorevoli dei pascoli, nonostante alcune variazioni specifiche per Paese e focolai di malattie animali ma la domanda stabile nel settore della vendita al dettaglio e della trasformazione alimentare sostiene i prezzi dei prodotti lattiero-caseari. Viene quindi prevista una minore pressione sui margini di profitto degli allevatori di bovini da latte e una leggera crescita della produzione di formaggio, sebbene la concorrenza globale potrebbe limitare la crescita delle esportazioni. I prezzi della carne bovina nell’Ue rimangono storicamente elevati e, con un previsto calo della produzione dovuto alla riduzione delle mandrie, l’offerta potrebbe ridursi e limitare le opportunità di esportazione, mentre le importazioni aumenterebbero. Nel frattempo, si prevede che la produzione di carne suina rimarrà stabile, beneficiando di una domanda costante, mentre quella di pollame è destinata ad aumentare (dell’1,8%).

Short-Term Outlook for Eu agricultural markets in 2025 by European Commission - L’approfondimento sul vino
Sulla base delle ultime notifiche degli Stati membri, la produzione vinicola dell’Ue, nel 2024/25, diminuisce ulteriormente (-5% su base annua, il 10% in meno rispetto alla media quinquennale) a 137 milioni di ettolitri, il valore di produzione più basso degli ultimi 20 anni. Ciò è dovuto principalmente ai cali avvenuti in Francia (-25%), Germania (-11%) e Portogallo (-8%), che non sono stati compensati da un aumento della produzione rilevato in Italia (+15%) e Spagna (+10%). L’Italia è quindi diventato il principale produttore di vino europeo nel 2024/25 (in volume, la Francia resta leader in valore, ndr). In Francia e Germania, il calo della produzione è dovuto ad un autunno insolitamente umido che ha causato malattie fungine con grandine e gelate nella primavera del 2024. In risposta alle variazioni dell’offerta, i prezzi alla produzione del vino nell’Ue sono leggermente aumentati nella seconda metà del 2024 mentre nell’ultimo anno (2024/2025) i consumi nei Paesi dell’area sono diminuiti del 3%, attestandosi a 93 milioni di ettolitri. Una frenata su cui ha pesato l’andamento dei vini rossi, a causa di una tendenza al ribasso a lungo termine e di una tendenza più generale verso un minor consumo di vino su cui incide anche la sua sostituzione con altri prodotti. Tra agosto e aprile, le esportazioni di vino dell’Ue sono diminuite del 3% (a 21 milioni di ettolitri), principalmente a causa di un calo delle spedizioni di vini Igp verso il Regno Unito. Al contrario, verso la fine del 2024, l’export ha raggiunto il picco verso gli Stati Uniti, in previsione di potenziali dazi statunitensi (che hanno generato la “rincorsa” alle scorte, ndr). La previsione, sempre secondo il report della Commissione Ue, è che le esportazioni diminuiranno del 6% nel 2024/25. In un contesto di riduzione della produzione interna e di un persistente andamento negativo della domanda, le importazioni vanno verso una stabilizzazione mentre le scorte finali, nel 2024/25, dovrebbero rilevarsi inferiori alla media quinquennale (157 milioni di ettolitri). Le condizioni meteorologiche più favorevoli nella primavera del 2025 potrebbero stimolare una ripresa della produzione interna per la stagione 2025/26. Finora, infatti, nessun evento importante ha minacciato la produzione vinicola, ad eccezione di alcuni impatti localizzati in alcune regioni.

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