
Dall’incertezza dei mercati e delle politiche commerciali internazionali, alle nuove abitudini dei consumatori nei confronti delle bevande alcoliche, dall’impatto del cambiamento climatico sulle produzioni, alla minor disponibilità di manodopera e all’aumento dei costi di produzione per le aziende. Le sfide in atto da affrontare per l’industria vitivinicola sono note, ma si tratta di problemi “che vanno oltre l’influenza o il controllo immediato del settore” e, perciò, è necessario trovare alleati come la robotica e l’Intelligenza Artificiale. La pensa così Peter Hayes, presidente “Lien de la Vigne-Vinelink international”, associazione indipendente fondata nel 1992, con sede a Parigi, che unisce centri di ricerca pubblici e privati, produttori e strutture interprofessionali, dedita alla collaborazione, allo scambio e al trasferimento dell’innovazione tecnologica per il settore vitivinicolo.
Per “Lien de la Vigne-Vinelink international” la tecnologia è un elemento con valido potenziale per affrontare le problematiche in corso: in particolare, nell’ultima assemblea annuale dell’associazione, è stato discusso come l’Ai possa avere un effetto positivo in termini di efficienza sia nella gestione dei vigneti (strumenti di supporto alle decisioni), sia in cantina (strumenti per seguire le fermentazioni e gli affinamenti, analisi chimiche predittive, catene di imbottigliamento efficienti), ma anche a livello di marketing, commerciale ed organizzazione di impresa (innovazioni analizzate anche da WineNews con gli esperti)
Ma l’assemblea annuale è stata anche un momento per affrontare una nuova organizzazione: a Jean Pierre Megnin è stato conferito, in qualità di fondatore dell’associazione nel 1992, il titolo di presidente onorario, mentre Peter Hayes ha ceduto il testimone al suo “numero due” per gli ultimi dieci anni, l’italiano Carlo De Biasi, già dg dell’azienda toscana San Felice, il quale avrà al suo fianco come vice la spagnola Mireia Torres e il francese Joel Rochard e come segretario tesoriere il transalpino Etienne Montaigne.
In particolare, “Lien de la Vigne” riunisce 106 soci e 250 associati di 25 nazionalità, suddivisi in due collegi: uno composto da scienziati pubblici per sostenere l’attuazione dei programmi - e provenienti tra gli altri dall’Inra di Bordeaux, Montpellier, Colmar, Angers, dalle università di Poitiers, Bordeaux, Digione, Reims in Francia, Milano, Bari e Ancona in Italia, Madrid e Saragozza in Spagna, Cornell e Davis negli Stati Uniti, stazioni di ricerca sul vino come Geilweilerhof in Germania o Changins in Svizzera, istituti di ricerca specializzati come il Gwrdc in Australia, Agroscope in Svizzera e l’American Vineyard Foundation negli Stati Uniti - e uno fatto di professionisti a sostegno di questa attività e garanti dell’indipendenza dell’associazione per definire i problemi prioritari della professione (tra gli altri, da Schenk in Svizzera, a Antinori, Ruffino, San Felice, Ferrari Trento, Bolla-Gruppo Italiano Vini, Terra Moretti, Masi, Zonin1821, Vivai Cooperativi Rauscedo in Italia, Torres in Spagna, Amorim in Portogallo, R. Mondavi e Gallo negli Stati Uniti, Moët Hennessy e Roederer, nonché i centri associazioni interprofessionali di Champagne Civc, Cognac Bnic e Interloire in Francia).
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