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IL PROGETTO

L’alleanza tra agricoltori e cuochi per promuovere il made in Italy

L’accordo è stato firmato a Roma da Ettore Prandini (Coldiretti) e Rocco Pozzulo (Federazione Italiana Cuochi)
Coldiretti, FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI, MADE IN ITALY, Non Solo Vino
L’alleanza tra agricoltori e cuochi per promuovere il made in Italy

Promuovere l’indicazione di origine dei prodotti agricoli nei menù dei ristoranti italiani e delle mense pubbliche, valorizzando il vero made in Italy agroalimentare e combattendo la diffusione dell’Italian sounding in Italia e all’estero, e allo stesso tempo qualificare mense scolastiche e ospedaliere con l’utilizzo di prodotti del territorio, privilegiando negli appalti i cibi locali e a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali è più elevato il rischio di frodi e sofisticazioni. Sono questi gli obiettivi che hanno spinto Coldiretti e Fit (Federazione Italiana Cuochi) a sottoscrivere a Roma un protocollo d’intesa, che prevede una serie di iniziative congiunte per la promozione dei prodotti alimentari e della cucina 100% Made in Italy.
L’accordo tra agricoltori e cuochi mira anche a promuovere l’educazione alimentare delle famiglie italiane attraverso una campagna da realizzare nelle scuole nazionali, al fine di renderne consapevoli le scelte di utenti e consumatori. Specifiche iniziative saranno rivolte ad incentivare l’imprenditoria giovanile nella filiera agroalimentare ed enogastronomica italiana, mentre un ulteriore impegno è quello di promuovere iniziative utili a diffondere l’informazione, l’identificazione, l’origine e la conoscenza dei prodotti agroalimentari favorendo la loro classificazione e valorizzazione lungo la filiera.
“Vogliamo ribadire la necessità e la nostra volontà di fare squadra per la valorizzazione delle produzioni italiane attraverso la collaborazione con le istituzioni e con le associazioni nazionali e locali - spiega il presidente di Fit Rocco Pozzulo - i cuochi italiani sono un anello fondamentale della filiera che va dalla terra alla tavola, sono ambasciatori non solo della nostra tradizione gastronomica ma soprattutto dei nostri territori e dei prodotti di qualità attraverso la loro interpretazione in cucina che ne esalta il valore anche dal punto di vista nutrizionale”.
Durante la sottoscrizione dell’accordo è stata divulgata un’analisi Coldiretti, su dati Censis, che sottolinea come la spesa in pranzi e cene fuori casa, nel 2018, sia salita al massimo storico di 85 miliardi di euro, pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. “Con un terzo dei consumi alimentari che si concentra ormai fuori casa è di vitale importanza estendere la domanda di trasparenza dagli scaffali dei supermercato ai menu dei ristoranti con l’indicazione dell’origine dei prodotti utilizzati nella preparazione dei piatti serviti”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, che ricorda come “oggi non esiste nessuna garanzia per i clienti sulla reale provenienza, ad esempio, del pesce o della carne, ma anche del formaggio per condire la pasta con un utilizzo molto diffuso di imitazioni straniere del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, senza dimenticare i piatti di salumi affettati. Solo con la trasparenza sarà possibile evitare il rischio di ritrovarsi nel piatto pietanze Made in Italy di nome ma non di fatto”.
Quasi un italiano su quattro, continua l’analisi Coldiretti, nel 2018 ha mangiato fuori almeno una volta a settimana, e i giovani e i laureati sono i più assidui clienti dei servizi di ristorazione con il 33,8% che li frequenta almeno una volta a settimana, rispetto al 25,6% degli italiani tra i 35 e i 64 anni e il 6,7% degli over 65. Il requisito più richiesto è l’italianità del prodotto alimentare, indicato dal 44% degli italiani come la caratteristica più importante al momento della scelta dei cibi, mentre il 35,2% indica la tracciabilità che consente di verificare il rispetto di sicurezza, genuinità e salubrità dei prodotti.

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