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“ANTEPRIME”

L’Alta Langa, dalle “Cattedrali Sotterranee” di Canelli alla Reggia di Venaria, “gioielli” Unesco

L’8 maggio, il primo Metodo Classico d’Italia, si racconta a “La Prima dell’Alta Langa 2023” firmata dal Consorzio delle “alte bollicine piemontesi”

Spumante storico del Piemonte, nei suoi 3 milioni di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2022, l’Alta Langa Docg custodisce un’importante eredità: quella di essere il primo Metodo Classico prodotto in Italia, fin da metà Ottocento, dai vitigni francesi Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile e con lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi, esclusivamente millesimato, e cioè frutto di un’unica vendemmia che riporta sempre in etichetta, sul modello dello Champagne e del metodo champenoise “esportati” dai fratelli Gancia nelle “Cattedrali Sotterranee” di Canelli, oggi Patrimonio Unesco con le Langhe, Roero e Monferrato, aprendo la strada a molti altri produttori del territorio già nel primo Novecento.
Un territorio “letterario”, che abbraccia 377 ettari di colline vitate tra Asti, Cuneo e Alessandria (ed ai quali si aggiungeranno ulteriori 220 ettari nel triennio 2023-2025) , guardando le cime innevate delle Alpi e respirando il mare, teatro di resistenze di guerre e di culture, che ha fatto fronte ai cambiamenti assecondandoli senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte identità, e che ha vinto una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto dei vigneti, e che per questo deve necessariamente continuare ad essere importante, legandosi, come sta facendo, con le eccellenze della sua terra, a partire dal Tartufo Bianco d’Alba, ma anche con il design piemontese, con il calice “Terra” - non a caso - progettato da Italdesign nel solco di una lunga collaborazione iniziata con il maestro Giorgetto Giugiaro, e cavalcando l’onda della passione per le bollicine italiane che ha portato al +67% di vendite 2022 sul 2021, con una quota export del 10% che non può che crescere ancora, e molto. Sono tanti i “segreti del successo” delle “alte bollicine piemontesi” che, l’8 maggio, si sveleranno a “La Prima dell’Alta Langa 2023”, nella settecentesca Galleria Grande della Reggia di Venaria Reale, altro “gioiello Unesco” del Piemonte, sfondo della grande degustazione di tutte le cuvée attualmente presenti sul mercato, all’edizione n. 5, firmata dal Consorzio Alta Langa, che conta più di 60 case spumantiere e 90 viticoltori, e con la quale proseguono le “Anteprime” del vino italiano.
Una location d’eccezione, che segue quelle del Castello di Grinzane Cavour, di Palazzo Serbelloni a Milano e del Museo privato di Italdesign a Moncalieri, per un evento riservato a un pubblico di operatori professionali che “anno dopo anno, edizione dopo edizione, cresce e si arricchisce, così come la nostra compagine - spiega Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa - “La Prima dell’Alta Langa” si conferma l’occasione per poter assaggiare un’ampissima selezione di “alte bollicine piemontesi, incontrare e dialogare con i produttori ed entrare pienamente in contatto con lo spirito di una Denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”.
Nei calici, oltre 140 diverse etichette di spumanti Metodo Classico Alta Langa Docg, tra bianchi e rosé, Brut e Pas Dosé, Riserve e grandi formati di 60 produttori - da Anna Maria Abbona a Brandini, da Banfi a Bera, da Bosca ad Eredi di Mirafiore, da Giulio Cocchi a Giuseppe Contratto, da Coppo ad Enrico Serafino, dai Fratelli Gancia a Fontanafredda, da Ettore Germano a Marcalberto, da Pecchenino alla Tenuta Carretta, da Terre del Barolo a Tosti 1820, da Sara Vezza a Vite Colte, solo per citarne alcuni - protagonisti anche delle masterclass dedicate ai “Grandi millesimi e lunghi affinamenti” con la degustazione di cuvée rare di Alta Langa Docg dai lunghissimi affinamenti, ovviamente nel prezioso calice “Terra”.

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