Da oggi Federvini, la Confindustria del vino, ha un nuovo presidente: è Lamberto Vallarino Gancia, che succede a Piero Mastroberardino, che ha presieduto l’importante organizzazione per sei anni.
Lamberto Vallarino Gancia, piemontese, nato a Canelli, laureato in Scienze della fermentazione con specializzazione in enologia all’Universita di Davis in California, è l’esponente della quinta generazione della famiglia che possiede la Gancia fin dalla sua fondazione nel 1850, ed è presidente della Gancia Spa, la holding interamente controllata dalla famiglia che detiene la Fratelli Gancia ed altre controllate minori.
Dal 2004 è anche presidente del Comitato europeo delle imprese del settore vinicolo con sede a Bruxelles.
Lamberto Vallarino Gancia a Winenews ha spiegato che il suo impegno, oltre che all’importanza della tutela e del consolidamento delle posizioni raggiunte a livello mondiale dal vino italiano, sarà rivolto in modo particolare alla formazione di un consumatore più sensibile alla qualità e alle caratteristiche dei prodotti.
Lamberto Vallarino Gancia ha espresso l’auspicio che “si continui ad essere responsabili ed attenti ad un consumo moderato, obiettivo raggiunto soltanto con azioni di educazione ed informazione”. Le nuove linee programmatiche di Federvini andranno comunque nel segno di una continuità con i sei anni di ottima guida di Piero Mastroberardino.
Federvini ha anche analizzato l’andamento del settore nel 2007. L’anno passato ha fatto registrare un ulteriore consolidamento per le esportazioni con dati positivi per i vini, i liquori, le acqueviti e gli aceti. Hanno sofferto, in valore, in vini aromatizzati.
Guardando al dettaglio dei paesi di destinazione, Federvini rileva una stabilizzazione delle posizioni negli Stati Uniti; un’esplosione in Russia, soprattutto dal punto di vista del valore con i prodotti di maggior immagine in evidenza; importanti segnali dalla Cina e dall’India, a conferma della validità della scelta di insistere con azioni mirate in quei mercati.
Sul mercato interno si conferma invece la linea di tendenza: l’Italia è caratterizzata da un consumo moderato e consapevole che premia i prodotti di sempre maggiore qualità.
Il consumo di vino, di acqueviti, di liquori, ha avuto un’ulteriore contrazione (-3,7% per il vino; -1,2% per il comparto liquori ed acqueviti); ma quest’anno, per la prima volta, la commercializzazione del vino imbottigliato ha raggiunto i quantitativi del vino sfuso.
“È un segnale interessante - ha commentato Piero Mastroberardino, presidente uscente di Federvini - perché mostra l’attenzione con cui il consumatore recepisce e accompagna in nostri sforzi per migliorare la qualità e l’immagine dei prodotti”.
In particolare - Il ruolo e l’immagine del settore e Ocm Vino: i due punti salienti per Mastroberardino
Il presidente di Federvini, Piero Mastroberardino, che ha “passato il testimone” a Lamberto Vallarino Gancia, nel suo discorso di commiato, ha richiamato alla memoria le tappe salienti, i temi e le criticità dei suoi due mandati ...
Il ruolo e l’immagine del settore e la presentazione del video educational
La Federvini non si è mai sottratta al confronto, in tutte le sedi in cui è stata invitata, non da ultimo, al lungo dibattito parlamentare per la riforma del Codice della Strada, che ha fortemente inasprito il regime delle sanzioni per la guida in stato di ubriachezza ed ha utilizzato il divieto di vendita delle bevande alcoliche nelle ore notturne come soluzione globale per una casistica fortemente eterogenea.
La categoria ha a cuore il quadro sociale e i comportamenti dei consumatori, non solo in quanto produttori di vino, di spumanti, di aperitivi, di liquori, di acquaviti, espressione di una tradizione antica e nobile di questa terra, ambasciatrice dell’immagine del nostro paese nel mondo, ma soprattutto come componente attiva e cosciente della realtà sociale locale e nazionale.
L’atteggiamento assunto sull’argomento non può essere definito di retroguardia: Federvini desidera porre in giusta evidenza che la nostra cultura, le nostre abitudini, gli atteggiamenti ed i comportamenti di consumo si ispirano ad un modello apprezzato, ricercato, imitato nel mondo, noto come lo stile di vita mediterraneo, e viene da chiedersi perché spesso proprio all’interno del nostro Paese esso venga trascurato, oscurato, relegato all’oblio.
La Federvini ha a tal proposito promosso e curato la realizzazione di un video educational che colloca al centro tali valori e l’insieme dei comportamenti positivi che ad essi si associano, ponendoli a confronto con quelli alternativi e contrastanti, la cui matrice è ben vero alquanto estranea alla nostra cultura.
Sarebbe auspicabile che i rappresentanti istituzionali avessero ben chiare le differenze tra questi fenomeni e fossero vicini nello sforzo di educazione e di presidio di questo bagaglio di esperienze e sensibilità mediterranee. A questo scopo l’educational è in distribuzione nelle sale cinematografiche, e ad esso si accompagneranno altre iniziative di analogo significato.
Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) - Vino
Federvini ha collaborato intensamente su tutti i fronti istituzionali, per stimolare la revisione e semplificazione del quadro normativo di settore, sia a livello generale del sistema vino, sia con riferimento all’ampio tema dei vini ad indicazione di provenienza.
Solo in parte si è riusciti ad incidere sull’impianto esistente, poiché le scadenze della nuova Ocm hanno indotto a collocare in posizione d’attesa il progetto di riforma della legge sulle denominazioni di origine, che ancora occupa la nostra agenda a distanza di anni. È solo uno dei numerosi esempi della distanza che esiste tra i tempi delle imprese e dei mercati e quelli delle risposte istituzionali, che deve indurre a uno sforzo comune per ridare slancio e competitività al sistema Paese.
Il quadro di insieme, per un Paese produttore come l’Italia, appare più ricco di ombre che di luci, anche se lo sforzo di razionalizzazione degli interventi finanziari nel settore non può non essere accolto con favore; altresì, il maggior budget che ci è stato assegnato, come compensazione per il mantenimento dello zuccheraggio nelle ultime concitate ore di discussione, è un altro elemento positivo.
Ora sono però i tempi e le modalità dell’applicazione a preoccupare, sia rispetto a quanto avviene a Bruxelles, sia per gli adeguamenti ed obblighi nazionali.
La riforma dell’Ocm impone di rivedere le regole in materia di indicazioni geografiche e denominazioni di origine, di presentazione e designazione, di pratiche enologiche: affrontiamo questa materia con un disegno unitario e organico, in modo da organizzare una cornice adeguata al cui interno possano essere collocati i disciplinari delle Igt e delle Denominazioni di Origine, con regole ben modulate, credibili, rispondenti alle esigenze di funzionamento delle diverse realtà produttive e di competitività del nostro complessivo sistema di offerta. Non dobbiamo aver timore di mettere mano a questi elementi: evitiamo di lanciare durante le fasi del dibattito messaggi distorti ai nostri consumatori, lasciando intendere che il progetto di riforma porti a recidere le nostre radici o il legame tra marchio e territorio.
Non dimentichiamo che colui che premia e remunera gli sforzi di tutti gli attori della filiera è il consumatore, dei più disparati paesi del globo. È dunque a lui che va rivolta l’attenzione per comprendere in che misura sia in grado di cogliere i fattori di differenziazione competitiva del nostro attuale assetto produttivo, espressi entro un quadro regolamentare così frammentato da rendere la comprensione ardua persino all’operatore nazionale.
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