La Regione Toscana sta esaminando "la possibilità di adottare una metodologia per il monitoraggio del patrimonio di specie vegetali, coltivate o spontanee, allo scopo di tenere sotto controllo possibili inquinamenti da Organismi Geneticamente Modificati (Ogm), volontari o involontari che siano, salvaguardando la biodiversità". Questo progetto, elaborato dall’Università di Pisa che, attraverso lo studio del polline trasportato dalle api o dal vento e utilizzando le tecniche molecolari per il riconoscimento di transgeni vegetali, permette “di monitorare vaste aree allo scopo di individuare nel territorio anche poche piante, sfuggite ad un controllo ordinario, insediatesi al limite dei campi coltivati o lungo le strade e i fossi”. Anche di questo aspetto si parlerà a Montalcino, dal 7 al 9 settembre, alla “Settimana del Miele”, una tre giorni di analisi e di studio sull’apicoltura, ma anche importante momento di mercato del dolce prodotto, organizzata dagli apicoltori toscani dell’Asga (Associazione Apicoltori di Siena Grosseto Arezzo) e dalla Camera di Commercio di Siena.
Stando ai dati diffusi dagli apicoltori italiani, il comparto dell’apicoltura ha un business di 120 miliardi di lire come produzione diretta ed un valore di 5.000 miliardi come apporto, con l’impollinazione, all’agricoltura e all’ambiente. Nel 2001, la produzione di miele italiano è in forte calo, anche se resta molto alta la qualità: il miele si attesterà sugli 80.000 quintali (25- 30% in meno sul 2000). Ma a minare sensibilmente il mondo dell’apicoltura nazionale, c’è il problema dell’uso di
sostanze chimiche in agricoltura che risultano tossiche per le api: “sono in forte aumento i fenomeni di avvelenamento delle api - spiega Francesco Panella, presidente dell' Unione Apicoltori Italiani - i fattori di alterazione dell’ambiente e l’uso di prodotti chimici e di antiparassitari provocano infatti la loro morte. Abbiamo serie preoccupazioni per la sopravvivenza delle api e dell’intero settore”.
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