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LE API FATTURANO 5.000 MILIARDI ANNUI

Miele

“Se le api ci chiedessero di pagare il conto dei loro servizi dovremmo staccare ogni anno un assegno per una cifra di 5.000 miliardi”. Questa, infatti, la stima che gli esperti fanno dell'apporto delle api per le produzioni agrarie, per il mantenimento ed il “restauro” ambientale. “Parlando d’apicoltura l'attenzione è quasi sempre portata, per assimilazione, a pensare al miele. Solo raramente - spiega il professor Mauro Pinzauti, ricercatore e docente di apicoltura all'Università di Pisa - viene realizzato un collegamento tra le api e gli altri prodotti dell'alveare. Quasi mai le api vengono concettualmente collegate all'incremento delle produzioni vegetali o al contributo che questi preziosi insetti forniscono al mantenimento degli habitat naturali. Nel nostro Paese, per tutte le piante, ed in particolare quelle d’interesse agrario, l'impollinazione dei fiori è determinata essenzialmente dall'attività pronuba svolta dalle api o dall'azione fisica esercitata dal vento. L'attività impollinatrice esercitata dalle api è stata valutata dai ricercatori, con parametri oggettivi, intorno ai 5.000 miliardi di lire”. L'apicoltura, dunque, prima ancora di tanti altri settori, deve essere condiderata in piena sintonia con l'emergente politica della manutenzione del territorio e delle sue risorse: “non è facile infatti individuare all'interno del mondo agricolo - spiegano gli apicoltori italiani - un settore che al pari dell'apicoltura sia in grado di assicurare la totale sintonia con le politiche ambientali. Basti pensare all'impollinazione delle essenze naturali, all'opera capillare di restauro ambientale che l'ape assicura negli ambienti protetti ed alla naturale e mai discussa qualità dei prodotti dell'alveare”. L'apicoltore insomma è una professione che trascende dal ruolo tradizionale di produttore di miele e altre specialità ad elevato valore nutrizionale, per ridefinirlo gradualmente, sulla base peraltro di una nuova tendenza dell'Unione Europa, in un garante della conservazione dei più delicati equilibri naturali. L'apicoltore è l'unico operatore agricolo che assicura una presenza capillare d’api nei più delicati ambienti agricoli e naturali. Un servizio gratuito, dal quale scaturisce un contributo di elevatissimo valore economico e biologico, determinante per la conservazione e la valorizzazione delle nostre produzione agricole e delle essenze naturali che fanno ricco il nostro territorio nazionale.

 

LA CURIOSITA’: ALVEARI IN CITTA’: ALL’ESTERO I “GIARDINI DELLE API”

Della difficoltà d’allevamento delle api in un contesto urbano gli apicoltori sanno a sufficienza per rendersi conto che si tratta di una materia non regolamentata e fonte di numerose controversie, spesso di carattere legale. C’è però un’alternativa interessante che va profilandosi a seguito della grande pressione che gli apicoltori e le loro organizzazioni hanno esercitato al fine di dare spazio alla presenza di alveari anche in aree urbane per i ben noti vantaggi che tutto il sistema del verde pubblico può trarne. A dare il via ad una nuova ed intelligente forma di integrazione degli alveari nei pascoli cittadini hanno intanto pensato le municipalità di Parigi, Amsterdam e Rotterdam. Altre grandi città europee si stanno rapidamente attivando. E così sono nati i primi “giardini delle api”, ricavati all’interno di spazi e parchi pubblici e messi a disposizione di tutti gli apicoltori che intendono dedicarsi ad un allevamento apistico “cittadino”. Dei protocolli generali regolamentano la vita di questi apiari pubblici e collettivi, dove ciascun apicoltore potrà avere a disposizione la sua piccola particella di terreno ed il suo numero minimo d’alveari. A quando l’esperienza nelle grandi città italiane ?

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