Le piccole api ce l’hanno fatta e insieme a loro esultano anche i loro custodi, gli apicoltori organizzati e determinati a difendere l’ambiente e le sue “sentinelle per eccellenza”, compagni fedeli di una lunga e tormentata battaglia, che alla fine ha visto i colossi dell’agrochimica inciampare sconfitti di fronte all’importanza vitale dei laboriosi insetti, che invece, proprio a causa dell’uso abbondante e indistinto dei fitofarmaci in agricoltura, rischiano di scomparire, mettendo in crisi gli equilibri ambientali e le produzioni agricole del nostro Paese. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso delle tre holdings leader nella produzione degli agrofarmaci Bayer, Syngenta e Basf, appoggiando le ragioni portate avanti in prima persona dall’organizzazione degli apicoltori italiani Unaapi, che, a Sorrento, dal 21 al 26 gennaio 2009, sarà a congresso (info: www.mieliditalia.it).
E’ nel periodo natalizio che il Consiglio di Stato ha preso la sua irrevocabile decisione, esaminando con attenzione il ricorso presentato dalle multinazionali dell’agrochimica Bayer, Syngenta e Basf per ottenere il ritiro immediato del decreto di sospensione dei concianti neurotossici per il mais emesso dal Ministero della Salute il 17 settembre 2008. E finalmente dopo Francia e Germania anche l’Italia si unisce al fronte dei paesi europei che cercano di controllare lo strapotere dei colossi della chimica, interessati solo e unicamente a incrementare i loro profitti, anche se a scapito della sopravvivenza di api e ambiente: la sparizione degli insetti utili e la conseguente grave crisi degli equilibri ambientali è la principale preoccupazione da parte delle istituzioni, degli ambientalisti e degli apicoltori.
“Oltre all’impudente e sistematica falsificazione rispetto a quanto evidenziato e accertato scientificamente in campo, oltre a presentare come indispensabili i pesticidi neurotossici di assai dubbia utilità se non per i profitti di chi li vende, oltre all’indecente richiesta di danni (la sola Bayer ha chiesto ben 15 milioni di euro, confermando che il suo privato e non altro è il vero interesse in gioco), le obiezioni dei legali dei tre colossi della chimica si sono incentrate su alcuni vizi procedurali da parte del Ministero della Salute” sottolinea il presidente di Una api, Francesco Panella.
Unaapi e Conapi si sono costituite in giudizio a fianco del Ministero della Salute per la difesa e la sopravvivenza dell’apicoltura, quali unici contro interessati. Le due associazioni apistiche hanno predisposto un dossier documentale riassuntivo dell’intera vicenda ai fini della migliore predisposizione degli atti legali e delle azioni giudiziarie. “E’ indispensabile costruire una diversa capacità pubblica d’indirizzo e controllo - prosegue Panella - meno succube degli interessi di chi è interessato solo a vendere e far usare chimica sempre più micidiale e con residui micidiali nei frutti delle colture. Il progetto ambizioso è, nel paese che oggi usa più insetticidi d’Europa, di costruire un’agricoltura ben più che rispettosa e compatibile degli equilibri naturali ma parte degli stessi, un’agricoltura durevole, la coltivazione come parte della vita e non quale creatrice d’inquinamento e deserto delle forme vitali indispensabili”.
L’emergenza che attanaglia gli allevamenti apistici italiani a causa del rischio crescente dell’estinzione delle api, quale punto di partenza per la costruzione di una diversa consapevolezza e capacità nell’uso della chimica in agricoltura, sarà al centro del Congresso n. 25 dell’Apicoltura Professionale Italiana in programma a Sorrento (Napoli) dal 21 al 26 gennaio 2009.
Le cinque giornate del Congresso - promosso da Unaapi-Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani, Aapi-Associazione Apicoltori Professionisti Italiani, Apas-Apicoltori Campani Associati, con il patrocinio della Regione Campania - saranno l’occasione importante di discussione e dibattito per affrontare le tematiche più “calde” che ruotano intorno al rapporto vitale che unisce le api alla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo e delle produzioni agricole del nostro Paese, che proprio i pesticidi killer, usati abbondantemente e indistintamente nelle campagne italiane e non solo, rischiano di compromettere definitivamente.
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