Non obbligatorio, e quindi su richiesta, ma qualcuno si è già mosso per averlo. Arriva il documento di identità anche per il vino Igt (in Italia sono complessivamente 118 le Igt, ndr): a partire da questa settimana, infatti, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, produrrà contrassegni anche per le Indicazioni geografiche.
Alcuni mesi fa, un decreto che ne modificava uno del 2020, agiva in attuazione di un aspetto previsto già da tempo dal Testo Unico del Vino, quello della tracciabilità anche dei vini Igt (che valgono più o meno un terzo della produzione italiana), sconfessandone però un po’ lo spirito, secondo alcuni, in questo ambito. Ma trovando, però, anche voci favorevoli che rimarcano sull’importanza della tracciabilità del prodotto, aspetto che ha un certo peso nel mercato e anche nelle scelte dei consumatori.
Il primo Consorzio ad adottarle è quello del Sannio con l’Igt Benevento che “sposa” le fascette per tutelare la sua specificità, proteggere la sua eccellenza e garantire ai suoi consumatori la tracciabilità di ogni singola bottiglia. Progettato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, il nuovo contrassegno verrà consegnato in un primo lotto di 4 milioni di fascette ma ne seguiranno altri .
Dotato di una sempre più sofisticata tecnologia anticontraffazione, ciascuno dei nuovi contrassegni sarà dotato di un QrCode che, tramite scansione dal proprio smartphone, permetterà ai consumatori l’accesso diretto al passaporto digitale di prodotto dove sono presenti tutte le informazioni di filiera della singola bottiglia, ma anche suggerimenti e curiosità, con gli abbinamenti consigliati per valorizzare al massimo il prodotto.
Una novità che coinvolgerà anche l’Igt Emilia, compreso il Lambrusco Igt, con le bottiglie pronte ad adottare le fascette.
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