Più che una novità si può definire un terremoto quello che si è catapultato sul mondo del vino. La Commissione Europea, oggi, ha pubblicato le Linee Guida sulle nuove norme che interessano l’etichettatura del vino che, a poche settimane dall’applicazione, prevista per l’8 dicembre (con il Regolamento pubblicato originariamente nel dicembre 2021), cambiano di fatto le carte in tavola a causa di una nuova interpretazione che influisce sul nuovo aspetto che dovrebbero avere le etichette. Ciò potrebbe scatenare, questi i timori che emergono dal settore, una vera e propria rivoluzione con un numero importante di etichette che rischiano di finire nella spazzatura, in quanto non più utilizzabili, e bottiglie già in commercio che “tremano” per il pericolo di eventuali multe. Non ci sono i tempi per ripartire da zero, senza considerare il “peso” degli investimenti già fatti, tanto che la voce di chi rappresenta il pianeta vino non si è fatta attendere per chiedere un veloce “dietrofront”.
Ad iniziare dal Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), realtà che rappresenta le aziende vinicole dell’industria e del commercio nell’Unione Europea, che ha fatto il punto su quanto è successo: “le Linee Guida della Commissione Europea sulle nuove norme sull’etichettatura del vino pubblicate oggi includono, appena due settimane prima dell’applicazione delle nuove norme, una nuova interpretazione della normativa Ue che incide sull’aspetto che dovrebbero avere le etichette. Il Comitato Europeo delle Aziende Vitivinicole (Comité Vins-Ceev) chiede una modifica urgente delle Linee guida per evitare la distruzione di centinaia di milioni di etichette di vino già stampate o presenti sugli scaffali” ricordando anche come “il Regolamento (Ue) 2021/2117 pubblicato il 6 dicembre 2021, impone a partire dall’8 dicembre 2023, l’etichettatura obbligatoria dell’elenco degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati. Tuttavia, la legislazione dà ai produttori la possibilità di rendere disponibile la dichiarazione nutrizionale completa e l’elenco degli ingredienti per via elettronica (e-label)”.
Un regolamento accettato volentieri dalle aziende, che si sono attivate per implementarlo rapidamente. “La grande maggioranza degli operatori del settore vitivinicolo ha deciso di identificare i Qr-code con il simbolo image.png registrato Iso 2760, universalmente noto per identificare un luogo in cui si trovano informazioni” ha spiegato il Ceev. Ma oggi “la Commissione ha pubblicato le sue Linee Guida che contengono una nuova interpretazione del regolamento Ocm vino in cui si afferma che la presentazione di un codice Qr dovrebbe essere chiara per i consumatori per quanto riguarda il suo contenuto, che il codice Qr deve essere identificato sull’etichetta con il termine “ingredienti” e aggiungendo incertezza riguardo al regime linguistico da applicare”, sono sempre le parole del Ceev che attraverso il suo presidente, Mauricio González Gordon fa sapere che “non possiamo accettare una nuova interpretazione, pubblicata 14 giorni prima della data di applicazione, che implicherà, da un lato, la distruzione di centinaia di milioni di etichette già stampate e, dall’altro, la nostra incapacità di stampare nuove etichette in tempo per rispettare la nuova scadenza regolamentare. Chiediamo quindi alla Commissione di modificare urgentemente le Linee Guida”. Per il segretario generale Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, “l’interpretazione della Commissione porta più incertezza che altro e lascia le aziende vinicole all’oscuro su cosa fare ora”.
Oltre al problema dell’incerto futuro delle “centinaia di milioni di etichette già stampate che rischiano di andare al macero”, l’Unione Italiana Vini (Uiv) ha evidenziato un altro potenziale problema, quello di “milioni di bottiglie di vino già immesse sul mercato che risulteranno “fuorilegge”. La burocrazia della Commissione Europea colpisce ancora una volta il vino dell’Unione e, a due settimane dall’adozione della nuova normativa sull’etichettatura (8 dicembre), cambia le carte in tavola pubblicando oggi linee guida che di fatto azzerano quanto accordato”. L’Uiv, così come il Ceev, “chiede la modifica urgente delle Linee guida pubblicate questa mattina”, sottolineando come “di fatto mettono in fuori gioco un’economia europea da 147 miliardi di dollari l’anno”. Il segretario generale di Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti, ha commentato con amarezza la novità: “c’è un’Europa che a volte si fa matrigna con le sue imprese e purtroppo ciò sta accadendo sempre più spesso con quelle del nostro settore. Le aziende vinicole, assieme a Uiv, sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue 2021/2117. Oggi un dietrofront, con la sorpresa di una nuova interpretazione al regolamento che rappresenta un buco nero sul futuro delle nostre imprese”.
A WineNews, l’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze, tra i massimi esperti in diritto vitivinicolo (e che, oggi e domani, parteciperà al Congresso n. 76 Assoenologi a Brescia, su queto tema, ndr), ha detto che “le Linee Guida uscite oggi sono uno strumento di facilitazione nella comprensione”. E sul rischio da parte delle aziende di dover buttare le etichette già realizzate, aggiunge un aspetto importante che riguarda la produzione: “c’è l’opportunità di beneficiare di una deroga. Se all’8 dicembre il prodotto ha le caratteristiche dell’allegato 7 parte 2 del Regolamento Ue 1308 del 2013, si potrà continuare, fino all’esaurimento delle scorte, ad utilizzare le vecchie etichette”. E, quindi, si legge nella Linea Guida n. 4, aver raggiunto il titolo alcolometrico e il tenore di acidità richiesti, nel caso del vino, e, nel caso di un vino spumante, soltando dopo che la seconda fermentazione ha avuto luogo e il prodotto ha raggiunto il titolo alcolometrico e le condizioni di sovrappresione. La semplice vinificazione dei vini di base o l’elaborazione della partita (Cuvée) prima dell’8 dicembre non possono giustificare l’esenzione dell’etichettatura nutrizionale.
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