“Al primo punto del mio programma c’è lo studio delle Menzioni Geografiche Aggiuntive, penso che il territorio sia pronto per essere suddiviso in zone fra di loro un po’ più omogenee, per soddisfare l’esigenza sia dei produttori che dei consumatori, perché sono sempre di più gli appassionati che vanno a cercare i vini che hanno un legame strettissimo con il territorio di origine, e la bellezza del Chianti Classico è che ogni versante, ogni collina, ogni “villaggio”, ha caratteristiche diverse, ed il Sangiovese, che è un’uva meravigliosa, ha proprio la capacità di poter riflettere più di ogni altra uva i caratteri ambientali, microclima, suolo, esposizione, e anche la cultura del posto. A me piace pensare al Sangiovese come una pellicola fotografica, dove rimangono impresse queste caratteristiche che si ritrovano in bottiglia”.
Così, a WineNews, il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti, alla guida della cantina Fontodi, che annuncia così la sua linea di azione, in piena continuità, in questo senso, con il lavoro compiuto dalla denominazione sotto la presidenza passata di Sergio Zingarelli, patron di Rocca delle Macìe.
“Penso che i tempi siano maturi - sottolinea Manetti - chiaramente è un aspetto importante che andrà discusso prima in Cda del Consorzio, poi con le diverse associazioni territoriali che sono nate un po’ ovunque nel Chianti Classico e poi in assemblea, ma nelle prossime settimane inizieremo lo studio vero e proprio di queste menzioni, e spero che chiuderemo questa prima fase nel giro di un anno”.
Un percorso, quello verso le Menzioni Geografiche Aggiuntive, che prevede una “zonazione” profonda e che, ovviamente, non sarà semplice, ma in qualche modo necessario, per un nuovo salto di qualità della denominazione, per consacrarsi definitivamente tra quelle più prestigiose.
Ed in questo senso, un passo è già stato fatto, negli ultimi anni, con l’introduzione della Gran Selezione, una sorta di “cru aziendale” sul quale, forse, dopo il buon successo che ha ottenuto, è possibile pensare qualche ulteriore messa a punto anche a livello di disciplinare.
“La Gran Selezione io la vedo come un work in progress continuo - dice Manetti - è servita moltissimo perché ha riportato grande attenzione sul territorio del Chianti Classico, ha avuto un effetto positivo anche sulla Riserva che ha aumentato i propri numeri. Di certo l’introduzione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive, aggiungerebbe molto valore alla Gran Selezione, perché è proprio sui vini di punta che si ricerca il legame con l’origine e con il vigneto da cui è nata quella bottiglia. Poi forse, per questa tipologia, si potrebbe anche ripensare la base ampelografica, perché quando si vanno a confrontare tra di loro dei territori specifici, forse, avere un po’ più Sangiovese (oggi il disciplinare prevede l’80% minimo, come per le altre tipologie del Chianti Classico, in possibile coabitazione con altre uve rosse autoctone del territorio come Canaiolo Nero e Colorino, ma anche con vitigni internazionali come Merlot e Cabernet Sauvignon, ndr) in composizione potrebbe essere una strada da percorrere. Ma ne ragioneremo cercando una soluzione che soddisfi tutti e non deluda nessuno”.
Intanto, il Chianti Classico si prepara alla vendemmia: “siamo davvero in prossimità della raccolta, le ultime settimane sono state molto belle, con temperature alte e tanta luce, la maturazione ha avuto un’accelerazione, diciamo che dal 20 settembre saremo nel pieno. Le uve sono bellissime, meravigliose, con grande freschezza, c’è buona quantità, e tutto ci fa sperare in una vendemmia fatta di grande equilibrio ed eleganza”.
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