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LE PRIME CONSIDERAZIONI SUL VINO ITALIANO DI MONICA LARNER FRESCA INVIATA DI “WINE ENTHUSIAST”: INTERESSE CRESCENTE DEL PUBBLICO AMERICANO PER I VINI AUTOCTONI E AUMENTO DELLA CURIOSITA’ PER LE PRODUZIONI MENO NOTE D'ITALIA

Italia
Monica Larner

Anche il mensile ”Wine Enthusiast“ - una fra le più apprezzate testate americane di critica enologica con una tiratura di 150.000 copie - disloca in Italia il suo inviato: Monica Larner ha espresso, in esclusiva, per www.winenews.it le sue prime impressioni sul mondo del vino italiano con particolare riferimento al trend de consumi negli Stati Uniti.

”E’ in crescita in America l’interesse e la curiosità - spiega Monica Larner - intorno ai vini italiani ottenuti dai vitigni autoctoni. Quello che attira il consumatore statunitense più evoluto è la possibilità di provare un qualcosa di veramente straordinario per la sua unicità. E questa unicità è un dato oggettivo, perché Aglianico, Teroldego o Sagrantino sono un patrimonio esclusivo dell’Italia“.

La corrispondente d’oltreoceano ha stabilito la sua base operativa a Roma e i suoi genitori sono piccoli viticoltori di Santa Barbara in California (la zona viticola dove si svolge la vicenda raccontata dal film ”Sideways“, ndr). ”A Santa Barbara, una piccola zona di produzione, abituata a guardare con grande attenzione alle produzioni esclusive - prosegue la corrispondente di “Wine Enthusiast” - esiste già qualche produttore che sta provando a fare il Vin Santo e altri che hanno cominciato a coltivare vitigni autoctoni italiani. E’ un po’ come nel mondo dell’arte: il “made in Italy” è giudicato dall’appassionato di vino come un riferimento assoluto“.

E sullo stato di salute generale del vino italiano negli Stati Uniti, la Larner spiega che ”esistono dei fattori che generano difficoltà, primo fra tutte la concorrenza dei prodotti del ”Nuovo Mondo“, ma il vino italiano è guardato con assoluto favore dal mercato americano, come dimostra - continua la Larner - la decisione di “Wine Enthusiast” di servirsi di un inviato in Italia. Ma sono soprattutto i vini italiani più particolari, quelli che provengono dalle zone meno blasonate e che beneficiano di politiche di marketing particolarmente aggressive, penso per esempio al Nero d’Avola - conclude la Larner - che riescono ad ottenere incrementi di consumo di tutto rispetto”.

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