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CIBO & ECONOMIA

Le spese per l’energia alleggeriscono il carrello: in Italia cala la spesa per l’alimentazione

L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio. Su oltre 21.000 euro pro-capite di consumi, 3202 euro se ne vanno per gli alimentari
CIBO, CONFCOMMERCIO, SPESA, Non Solo Vino
Un piatto di pasta (ph: Vecstok su Freepik)

Su oltre 21.000 euro pro capite di consumi, 3.202 euro se ne vanno per gli alimentari. Un trend in calo sul 2022 quando la cifra era di 3.310 euro. Ma a preoccupare sono le spese obbligate la cui forte incidenza sui budget potrebbe generare ricadute non certo positive per il settore. La voce “alimentari” (comprensiva anche delle bevande alcoliche) sul 2019 presenta una variazione negativa di 147 euro e quest’anno copre il 15,2% dei beni commercializzabili (era il 17,9% nel 1995).
Dopo il livello record toccato nel 2022 (42,7%), anche nel 2023 resta molto alta la quota di spese obbligate sul totale dei consumi delle famiglie italiane (41,5%): si tratta di una percentuale di cinque punti più elevata sul 1995 e lontana dalla quota 40% superata per la prima volta nel 2007. In termini assoluti, nell’anno in corso su un totale di oltre 21.000 euro pro-capite di consumi, per le spese obbligate se ne vanno 8.755 euro, ovvero 100 euro in più sul 2019. Sono i dati che emergono da un’analisi Ufficio Studi Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2023.
Tra queste spese, quella che “pesa” di più riguarda in generale l’abitazione (5.062 euro) e, in particolare, energia, gas e carburanti che, con 1.976 euro, rappresentano il 9,4% del totale dei consumi. A rendere il fenomeno ancora più allarmante è l’aumento dei prezzi: se tra il 1995 e il 2023, il prezzo medio dei beni commercializzabili (e, quindi, anche degli alimentari) è cresciuto di quasi il 53%, quello delle spese obbligate è aumentato del 120% con la componente energia aumentata che è salita di quasi il 175% . Tendenze, dice l’Ufficio Studi Confcommercio, che “riducono il benessere e dei consumatori e frenano la propensione al consumo con inevitabili effetti depressivi sulle già deboli dinamiche del Pil”.
Le spese obbligate comprimono, dunque, i consumi e anche il settore alimentare potrebbe avere delle conseguenze negative. Per il presidente Confcommercio, Carlo Sangalli “il costo dell’energia, nonostante i ribassi e gli interventi del Governo, resta elevato e insieme alle altre spese obbligate incide pesantemente sui bilanci delle famiglie. Il rischio è una riduzione strutturale dei consumi che potrebbe frenare la crescita economica. Per evitarlo, occorre intervenire con più decisione sulla riduzione del cuneo fiscale e della spesa pubblica inefficiente” .

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