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L’EVENTO

Le strade dei miti, tra terre di Sangiovese, Barolo & tartufo: il Tour de France “italiano”

Il 29 giugno partenza da Firenze, poi la Food Valley emiliana, ed i paesaggi di Langhe, Monferrato e Roero. Con tanti omaggi dal mondo “food”

Esattamente dieci anni fa, era il 22 giugno 2014, a Doha, in Qatar, l’Unesco “consacrò” i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero, con le sue colline da cui nascono, dal Barolo al Barbaresco, due fiori all’occhiello vanto italiano nel mondo, nella lista dei patrimoni dell’umanità. Due lustri dopo, le terre di Langa, Monferrato e Roero, distretto leader in Italia per valore, patria del Nebbiolo che diventa Barolo e Barbaresco, ma non solo, e del sublime tartufo bianco di Alba, con il suo fascino reso immortale anche dalle pagine di alcuni big della cultura italiana come Cesare Pavese e Giuseppe Fenoglio, accoglierà uno degli eventi sportivi più importanti del mondo, il Tour de France, la corsa a tappe che ogni ciclista sogna di vincere. E che renderà, a suo modo, un grande omaggio (dando grande visibilità, come spesso fatto anche dal Giro d’Italia) ai territori di eccellenza del vino e del cibo italiano, come emerge da questa panoramica di iniziative ed eventi, raccontata da WineNews.
Piemonte ma non solo perché il “Grand Départ” dell’edizione n. 101 della “Grand Boucle”, per la prima volta nella storia, sarà tutto italiano, a cent’anni esatti dallo storico successo di Ottavio Bottecchia, primo ciclista “azzurro” a trionfare in maglia gialla (la indossò dalla prima all’ultima tappa), passando per le strade care ad autentici fuoriclasse che hanno scritto la storia, da Gino Bartali a Marco Pantani fino al “Campionissimo”, Fausto Coppi. Un legame quello tra Francia ed Italia che unisce la tradizione per questo sport (Tour e Giro d’Italia sono le due corse a tappe più importanti), ma anche quella per i paesaggi e la produzione di vino dove la Francia e l’Italia sono le due indiscusse super potenze mondiali. Cultura, sport e natura con il vino al centro ma non solo perché “il profumo del prossimo Tour sarà quello del tartufo bianco d’Alba”, disse Christian Prudhomme, il direttore generale del Tour de France, ricevendo il premio consegnato dalla Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba a fine 2023. Si parte sabato 29 giugno da Firenze con arrivo a Rimini, due “culle” del Sangiovese ma declinate in modo diverso, più “nobile” e blasonato quello della sponda toscana, con i suoi Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano e non solo, più “pop” quello romagnolo. Dalla capitale della Toscana, dunque, Firenze, la culla del Rinascimento, che “accoglie” nelle sue colline il Chianti Classico (insieme alla Siena del Medioevo), uno dei rossi “icona” a cui è profondamente legata, tanto che nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio è raffigurato il famoso Gallo Nero (simbolo della denominazione) dipinto del pittore Giorgio Vasari nel soffitto tra le allegorie dei domini dei Medici, a quella Rimini simbolo del turismo balneare italiano, che è vitale anche per l’enogastronomia.
Il 30 giugno, con la Cesenatico - Bologna, si entra, invece, nei territori della “Food valley” emiliana, dove la gastronomia italiana eccelle, antipasto ideale per quella che sarà la tappa più lunga del Tour de France, la Piacenza - Torino, 225 km, con il passaggio per Tortona, dove morì Fausto Coppi, ma anche zona di vino sempre più sotto i riflettori, grazie al Timorasso, tra il cui “Fausto”, pronunciato alla francese (in ricordo delle acclamazioni ricevute dal “Campionissimo” sulle strade del Tour), prodotto da Azienda Vigne Marina Coppi nel piccolo Comune dell’Alessandrino, Castellania, dove nacque, nel 1919, Coppi. Proprio qui il nipote del grande Fausto, Francesco Bellocchio, decise, nel 2003, di dare vita ad una piccola realtà vitivinicola che porta il nome della madre. Una delle curiosità che caratterizzeranno la terza tappa che coincide con “la traversata delle Langhe, con i suoi prelibati tartufi e il suo paesaggio vitivinicolo classificato come patrimonio mondiale dell’Unesco”, dice testuale la cartella stampa del Tour de France.
Saranno giorni di festa ma anche di idee e di sapori con il mondo del food italiano pronto a rendere omaggio al passaggio del Tour de France, un grande spettacolo con il suo poker di fuoriclasse tra i favoriti, ad iniziare dal campione uscente Vingegaard a Pogacar, dominatore dell’ultimo Giro d’Italia, da Roglic ad Evenepoel. A Firenze Ditta Artigianale, fondata nel 2013 dal pluripremiato barman Francesco Sanapo, ha lanciato il “Cyclist Coffee Blend” con una miscela speciale. Il Cibrèo Caffè all’Helvetia & Bristol, invece, propone un menu ispirato al colore della celebre maglia del Tour, il giallo, e quindi pranzo con gelatina di curcuma, tagliolino cacio e burro o passato di peperoni gialli, polpette con sugo di pomodorini gialli e panna cotta del Cibrèo. E il giorno della partenza, il 29 giugno, serata con dress code in giallo ed il cocktail Mary Jaune, un Bloody Mary fatto con succo di pomodorini gialli, Champagne Pol Roger, ostriche, tartare e terrina Grand Mère in formula liquida. Il Wanda Caffè, il locale di Enrica della Martira, ex concorrente Masterchef 2014, propone un aperitivo nel dehor nel cuore di San Frediano: la cecina con chantilly di stracchino viene abbinata al cocktail Honolulu, creato per l’estate da Kareem Bennett, a base di rum ed infuso di mango e curcuma. Alla famosa “Gelateria della Passera”, in piazza della Passera, ancora, si potrà scoprire il gusto “Bartali Bartali”, gelato ideato dalla maestra gelatiera Cinzia Otri, titolare dell’attività nella piazza dell’Oltrarno. Il colore predominante è ovviamente il giallo (la crema è realizzata con lo zafferano di Fiesole) mentre la variegatura viola è un omaggio a Firenze. Dall’aperitivo al primo piatto fino al dolce per i buongustai non mancheranno le occasioni in Piemonte. Si può partire con l’aperitivo “La Musette” (che omaggia la piccola borsa di stoffa presa dai ciclisti nel rifornimento che includeva cibo e scorte d’acqua), pensato da Gigi Barberis, bartender di Alessandria, rigorosamente giallo ed a base di succo di limone, sciroppo salato alla camomilla, bitter bianco, cedrata e ghiaccio. Lo chef tristellato Enrico Crippa del Piazza Duomo di Alba (insieme alla famiglia Ceretto) propone nel suo locale un “Omaggio al Tour de France”, con riso colorato dal giallo dello zafferano e accompagnato da un ragù di fegatini che rimandano ai mercati rionali fiorentini. E poi il gianduiotto, simbolo della Torino “dolce”, nell’elaborazione del pasticcere Giovanni dell’Agnese, ricoperto da burro di cacao colorato di giallo e che abbina al cioccolato gianduia un inserto di bonet, dessert tipico realizzato con cacao e amaretti con tanto di una piccola Mole Antonelliana di cioccolato e una nocciola del Piemonte. Ma c’è anche la proposta del maestro cioccolatiere Guido Castagna con il gianduiotto avvolto in una confezione speciale tinta di giallo.
Solo alcuni esempi del tripudio di idee gastronomiche ed iniziative legate gara ciclistica più importante del mondo. Con il passaggio di un evento come il Tour de France che avrà anche ricadute positive sui territori interessati, e quindi di riflesso anche per i settori della ristorazione e dell’accoglienza. In Emilia-Romagna la carovana attraverserà 38 località per complessivi 600 chilometri e per la Regione sarà “senza uguali l’impatto mediatico e l’indotto, con oltre 200 tv collegate da tutto il mondo (1,8 milioni di spettatori presenti lungo il percorso tra Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte) e oltre 300.000 presenze negli alberghi per le 3 tappe, con un indotto calcolato che supera i 120 milioni di euro”. Per la Regione Piemonte l’impatto sull’economia locale “si traduce con una ricaduta compresa tra 5,1 e 15 milioni di euro ma queste non si fermeranno “solo ai giorni della competizione: da mettere in conto ci sono anche quelle a lungo termine, figlie di un turismo generato dalla grande visibilità internazionale”.

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