Ben 11 suore di clausura hanno abbandonato il Convento dei Santi Gervasio e Protasio a San Giacomo di Veglia, frazione di Vittorio Veneto (Treviso), e alcune di loro si sono anche presentate dai Carabinieri, motivando la decisione con “gravi vicissitudini che stanno accadendo nel convento”, come riporta il “Corriere della Sera”, e lamentando, tra le altre cose, forse troppa mondanità tra le sue mura. Si tratta, infatti, del celebre “convento del Prosecco”, quello dove le monache producono Prosecco Superiore Docg prendendosi cura del vigneto che coltivano tra le sue stesse mura (imbottigliato in collaborazione con la vicina azienda La Vigna di Sarah). Un vino, che rendeva particolarmente fiera la giovane madre badessa Aline Pereira, 41 anni, dallo spirito progressista e imprenditoriale, destituita nei giorni scorsi dall’ordine cistercense di appartenenza, la Congregazione di San Bernardo in Italia, che ha commissariato il monastero affidandolo a madre Martha Driscoll, 81 anni.
Non si conoscono le ragioni del provvedimento e la Diocesi di Vittorio Veneto, interpellata dalla stampa, ha riferito che “non è sua competenza intervenire su questioni interne a una comunità monastica”. Ma tutto sembra nascere con una lettera inviata dalle suore a Papa Francesco l’8 gennaio 2024, ma probabilmente anche tra le file più conservatrici del convento: uno scontro tra la rigida tradizione di clausura e una piccola - ma evidentemente, comunque, troppo grande - apertura verso il mondo esterno per risollevare le sorti economiche del costoso monastero cistercense, con la badessa commissariata che aveva cominciato a produrre anche profumi di aloe, vasetti di miele e creme lenitive. E 9.000 bottiglie del famoso Prosecco Docg.
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