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SETTORE PRIMARIO

L’effetto a valanga della crisi energetica: sarà il Natale più caro degli ultimi anni

Il Codacons stima 1,4 miliardi di euro in più. Coldiretti: aumentano costi di tutto l’agroalimentare. Raddoppiata la spesa per le semine nei campi
AGRICOLTURA, CIBO, ENERGIA, MATERIE PRIMO, RINCARI, SEMINA, TUTTOFOOD, Non Solo Vino
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini

Sarà il Natale più caro degli ultimi anni per gli italiani, che a parità di consumi rispetto al periodo pre-pandemia (2019) pagheranno quasi 1,4 miliardi di euro in più. A dirlo è uno studio del Codacons, in riferimento alla crisi energetica e all’inevitabile aumento dei costi di produzione della filiera agroalimentare, in primis il confezionamento, con la paradossale conseguenza, sottolinea Coldiretti, che per le feste natalizie si pagherà di più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. Ma i rincari delle materie prime, secondo l’analisi della Coldiretti, faranno anche quasi raddoppiare la spesa per le semine, con un effetto valanga sulla tenuta dei bilanci delle aziende e per le forniture alimentari in settori deficitari, dal grano alla carne fino al latte. Gli agricoltori, inoltre, sono costretti ad affrontare aumenti fino al 50% del gasolio necessario per attività autunnali che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Il rincaro dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi e l’acquisto dei fertilizzanti, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.
L’emergenza Covid ha innescato inoltre un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove e necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne. Infatti, spiega la Coldiretti, le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici.
Ma la situazione è pesante anche sul fronte dei costi di trasporto con il rincaro di noli marittimi e costi dei container che sono schizzati ai massimi e si stanno verificando pesanti ingorghi e ritardi. Su questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza o la totale assenza di infrastrutture per il trasporto merci che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, secondo l’analisi Coldiretti (su dati del Centro Studi Divulga).
“In gioco c’è il futuro dell’agricoltura italiana - spiega il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - l’impennata dei costi si verifica in una situazione in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione”.

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