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LA RIPARTENZA

L’Emilia Romagna dell’agricoltura riparte dopo l’alluvione, con il Commissario Figliuolo

Coldiretti: “nomina positiva. Rapidità ed efficienza sono fondamentali”. Alleanza Cooperative: “ripristino argini ed esonero contributivo le priorità”

Dopo la nomina di Francesco Paolo Figliuolo come Commissario alla Ricostruzione dell’Emilia Romagna, la macchina inizia a muoversi, ed è una notizia importante anche per l’agricoltura, di cui la Regione rappresenta un pilastro a livello italiano. Quella di Figliuolo, già Commissario Straordinario nell’emergenza-Covid, è “una nomina sicuramente positiva considerata anche l’efficacia organizzativa dimostrata nella campagna vaccinale nei difficili momenti della guerra al Covid” afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “rapidità ed efficienza nella gestione delle risorse e nella distribuzione degli aiuti sono fondamentali per la rinascita delle imprese agricole così duramente colpite dalla furia delle acque con danni sui raccolti, le strutture e i macchinari”. L’alluvione in Romagna, che in parte ha coinvolto anche Marche e Toscana, ricorda la Coldiretti, ha devastato un territorio con 21.000 aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese e si possono stimare per adesso 1,1 miliardi di euro di perdite per il settore. Nelle campagne alluvionate, sono andati perduti raccolti su centinaia di migliaia di ettari di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia, frutteti e vigneti. Si dovranno espiantare e reimpiantare 15 milioni di piante e ci vorranno anni prima che torneranno a produrre.
“Senza dimenticare le difficoltà del rilevante indotto nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione alimentare che fanno della Romagna la “fruit valley” d’Italia. Ai danni sulla produzione agricola - evidenzia Coldiretti - si aggiungono quelli alle strutture, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade”. “Acquistare prodotti agricoli e alimentari provenienti dalle zone alluvionate è il miglior modo per aiutare concretamente la popolazione facendo ripartire l’economia e l’occupazione dei territori colpiti” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’invitare le strutture recettive, dagli alberghi ai ristoranti, della Romagna a privilegiare nei menu prodotti locali dei territori colpiti.
“Le importanti misure varate dal Governo e dall’Europa per imprese e lavoratori sono un primo passo, ma per affrontare l’emergenza - conclude Coldiretti - saranno necessari ulteriori sforzi e risorse, anche con il contributo dell’Unione Europea che, in passato, ha mobilitato oltre 8,2 miliardi di euro per interventi su calamità in 24 Stati membri negli ultimi venti anni attraverso il Fondo di Solidarietà”. Ora, però, secondo Alleanza Cooperative Agroalimentari, è necessario “dare la massima priorità al ripristino degli argini, insieme a quello dei danni strutturali registrati in collina, prima che arrivi l’inverno e prevedere un esonero contributivo per dare respiro alle aziende agricole per i mancati raccolti”. Queste le principali richieste avanzate oggi dalle Cooperative, nell’incontro andato in scena al Ministero dell’Agricoltura, con lo stesso Figliuolo. “Solo nel settore ortofrutticolo le aziende dovranno fare i conti con una contrazione della produzione pari a una media del 60% e con danni qualitativi generalizzati, che porteranno ad un raddoppio dei costi produttivi lungo la filiera per la campagna in corso”, sottolineano le Cooperative, che hanno posto l’accento sulla necessità che siano date garanzie alle imprese agricole colpite, al fine di far capire loro cosa possono attendersi in termini di aiuto soprattutto per quelle che sono ubicate in zone marginali e che dovranno ripristinare i loro fondi. “Aiutare queste aziende è un investimento per il futuro perché l’eventuale abbandono di quei territori significherebbe aumentare la probabilità di futuri dissesti idrogeologici e quindi di altri interventi straordinari”.

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