Burlotto, l’arte del Barolo tra tradizione e misura: il Castelletto 2021 … La famiglia Burlotto, giunta alla quinta generazione, porta avanti 16 ettari distribuiti su 14 cru tra Verduno, Barolo, Monforte e Roddi. Un modello classico e raffinato che ha reso la cantina un riferimento assoluto per il Barolo...La nascita dell’azienda di Giovan Battista Burlotto ha una data precisa, ovverosia il 1850, anno in cui da una generica e diversificata attività di coltivazione agricola ci si dedica con grande convinzione alla viticoltura, perfezionata destinando alla vinificazione alcuni dei locali di una storica dimora settecentesca, a Verduno, decisione premiata con una rapida affermazione, nazionale e internazionale e, ben presto, con il riconoscimento di fornitore ufficiale della Casa Reale di Savoia. Il modello è, con grande preveggenza, non quello di una garage ma di una boutique winery, data la manifesta convinzione di dedicare tutte le attenzioni possibili, unite all’ambizione, alla varietà che già segnava le fortune dell’areale, ovvero sia il Nebbiolo. Negli anni, poi, oltre al Barolo, grande fiducia viene riposta nel potenziale delle tipologie territoriali, come conferma la cura dedicata a quel gioiello che è il Verduno Pelaverga, preservato dalla sparizione proprio grazie all’ostinazione di Ignazio Burlotto. La quarta e la quinta generazione, ovverosia la figlia di Ignazio, Marina, suo marito Giuseppe Alessandria e i figli Fabio e Cristina, portano avanti le stesse convinzioni, nei poco più di 16 ettari totali, distribuiti su 14 cru e quattro comuni: Verduno, Barolo, Monforte d’Alba e Roddi. Grande artigianato, letture di impianto classico ma mai gravose, anzi, sempre succose e scalpitanti, frutto di vinificazioni in tini aperti di rovere, condite da delicate operazioni di rimontaggio e follature, con lunghi affinamenti svolti in botti grandi e controlli della temperatura effettuati soltanto all’occorrenza, in maniera da non alterare le caratteristiche della materia prima, un modello di misura e orgogliosa ricchezza varietale che si ripercuote, solo positivamente, nell’immagine delle Langhe all’interno e al di fuori dell’Italia, fungendo da punto di riferimento qualitativo assoluto.
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