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In vent’anni spariti 500mila produttori di vino … Sempre meno aziende che producono vino, ma quelle che ci sono diventano più grandi. È questo in sintesi il principale elemento che emerge dai dati elaborati dall’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (Uiv) in base all’ultimo censimento agricolo dell’Istat. In un ventennio le aziende vitivinicole del nostro Paese si sono ridotte di oltre 500mila unità ma la superficie ha tenuto riducendosi dell’ 11% e dell’1% nell’ultimo decennio. Le 255mila aziende rimaste - erano 791mila ventidue anni fa - sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. Si tratta – secondo l’Uiv - di “una rivoluzione morfologica necessaria del vigneto Italia e delle sue imprese che in venti anni hanno incrementato il valore delle esportazioni del 165%, divenendo primo comparto agricolo nel commercio estero e tra i principali fautori del surplus commerciale del totale made in Italy, dove incide per quasi il 14%”. “L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino”, afferma il presidente dell’Uiv, Lamberto Frescobaldi. Guardando al confronto con il passato dei vent’anni precedenti - spiega l’Osservatorio Uiv - la numerosità delle aziende è calata con maggior evidenza al Centro con il meno 75%, con trend sopra la media anche nel Nord Ovest con un meno 70%. Tra le regioni, la Campania - che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini pari a 86mila - oggi ne conta poco più di 22mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio pari all’83%. E la Puglia a contare il maggior numero di imprese, ben 36mila, seguita dalla Sicilia con 30mila e dal Veneto con 27mila. Meno aziende quindi ma con appezzamenti di terra più grandi, specie al Nord, dove la superficie media della vigna è diventata di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 ettari; erano 0,9 nel 2000 e 1,6 nel 2010.

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