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Libero

Le sensazioni del sommelier ... Sotto le stelle del fu Tocai un nettare che si è rivelato immortale... Tre anni fa proposi una rubrica televisiva all’interno de la “Prova del Cuoco” su Rai Uno che prevedeva l’abbinamento del vino, non ad un piatto, ma alle caratteristiche di un segno zodiacale. Lo avevo già fatto in radio ed aveva avuto un grande successo. Il segno, veniva scelto settimana per settimana da Branko, uno dei più famosi astrologi italiani, calcolando i flussi astrali. E così ho potuto conoscere un istriano amante dei vini friulani e vero conoscitore del territorio. Una volta alla settimana io e Branko dividevaano qualche confidenza, il truccatore, il camerino e imparavamo ad
intenderci. Nel senso che lui è uno Scorpione Doc, uno dei pochi Veri che abbia conosciuto, un onesto intuivo che si imbatteva con una sanguigna e caparbia Acquario come me. Io gli parlavo dei vini, di questo mondo così intrigante e lui mi parlava degli astri, delle costellazioni, di Marte e Venere nei segni, affascinandomi con la sua gestualità e intonazione. Un giorno gli parlai del fu Tocai ora Friulano, delle sue vicissitudini e di quello che era stato fino al marzo 2007, accalorandomi su quello che pensavo in merito, e quanto in più si sarebbe potuto fare in quegli ormai lontani anni Novanta per difenderlo. La sua risposta fu meravigliosa: “Cara Adua, ma quando conosciamo una persona che ci piace, che ci intriga e ci appassiona, le nostre emozioni cambierebbero se invece di chiamarsi Enrico si chiamasse Valentino? Ti colpisce il nome di una persona o l’emozione che ti provoca? Amiamo chi è. Dobbiamo imparare a vedere oltre le apparenze, e tu anche oltre l’etichetta” muovendo teatralmente la mano. È vero, è sempre stata la mia filosofia. E così pensai alle vigne che non sono cambiate, alle esposizioni sulle colline millenarie, agli acini sempre gli stessi, e l’amore con cui è realizzato, rimasto immutato. Il suo bouquet è vivo, si anima fra note di pesca, susina matura, pompelmo, zagara, pietra, pepe bianco e
quel finale mandorlato. E così portai ad una cena da amici quella sera stessa un Tocai vendemmia 2006 e un Cof Friulano 2007, la differenza? Nessuna, abbiamo goduto di quel nettare indistintamente, insieme alla nostra catalana di crostacei. E con l’ultimo calice in mano siamo usciti in terrazza ad ammirare un cielo stellato dove un vino così è e rimarrà sempre sotto una buona stella.

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