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Libero

Quel vino è vera arte ... Sandro Chia è uno degli artisti italiani contemporanei più celebrati. Si divide tra Montalcino e Miami, ma nella terra del Brunello ha messo radici: al Castello di Romitorio. Poi a fare vino ci ha preso gusto e ora è sbarcato in Maremma e nel resto della Val d’Orcia.

Chia: investimento, passione o che altro?

“Investimento non direi. Non è questo il motore che mi ha spinto qui. Semmai abitudine e attrazione al bello. Montalcino è un territorio artistico”.

Ma ne è consapevole?

“In parte sì. Montalcino - anche forse per un eccesso di provincialismo che lo porta a pensare di essere l’ombelico del mondo - non ha fatto gran che per consolidare il suo successo. È rimasto sostanzialmente uguale a se stesso. Sì, forse c’è stato qualche eccesso commerciale, qualche enoteca di troppo, ma insomma il suo valore territoriale resta intatto. E questo è il vero patrimonio”.

Lei mette sulle sue bottiglie come etichette i suoi quadri. È marketing?

“No è appartenenza e similitudine. Il vino, questo vino, e l’arte non sono distanti. Anzi sono una medesima espressione”.

In che senso?

“È presto detto: l’arte nasce da una sublimazione del reale, il vino è una sublimazione della terra. Entrambi: l’arte e il vino hanno un linguaggio polisensoriale. Se un vino è grande va al di là della sua sostanza eppure la contiene: è terra, è sole, è fatica. Egualmente un quadro: è colore a olio, è pasticcio, poi diventa idea. Sono insieme materia e sublimazione”.

Lei è uno degli artisti più quotati, soprattutto in America. Vende così bene anche il suo Brunello?

“Si è fatto un gran parlare del cosiddetto scandalo Brunello. Agli americani importava poco. Solo che sono molto attenti. Hanno letto sui giornali, hanno chiesto spiegazioni e dall’Italia sono venuti farfugliamenti e loro hanno reagito. In Usa se dici una bugia sei fregato. Ma contemporaneamente in America se hai valore ti viene integralmente riconosciuto. Così è per l’arte, così è per il Brunello”.

E il fascino tuscany conta ancora?

“È del tutto intonso. Una volta se ascoltavi i sogni degli americani colti e bon viventi erano quelli di farsi una casa nel sud della Francia. Oggi il sogno americano è una casa in Toscana, è avere abbastanza soldi per vivere il mito della Toscana. Che è prima di tutto armonia di paesaggio, arte e stile di vita. E questo è anche l’immaginario e il valore riconosciuto del Brunello”.

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