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Libero

Le sensazioni del sommelier ... Quel vino antico che evoca il mito di Ulisse... Sono sempre stata affascinata dal mito greco. La mitologia greca ha avuto una grande influenza sulla cultura, le arti e la letteratura della civiltà occidentale. Sia l’Iliade che L’Odissea l’ho lette e rilette, ancora oggi nelle serate fresche d’estate prendo in mano questi libri, degustando una buona bottiglia di vino. È questa
la magia del meditare il nettare di Bacco. Posso quindi dire che Omero è uno dei miei autori preferiti! Quello che mi ha sempre conquistato, sono queste figure divise fra dei, semidei e mortali. E non c’è dubbio che il vino di Calabria respira di questa epica, è come se mi portasse alla ricerca di un altrove, è come vivere il mito di Ulisse. Ci sono giorni in cui ancora gioco ad identificarmi con le creature dell’Olimpo. I miei “modelli” sono Afrodite, la dea dell’amore: che meraviglia provare
il gusto della conquista, Ares dio della guerra: per quelle giornate in cui mi sento di spaccare il mondo per portare a casa il risultato. Anche se il mio preferito rimane lui: Zeus, unico e assoluto alla guida dell’Olimpo a dirigere e trovarsi protagonista di avventure, intrighi e complotti fra dei, dee, eroi, eroine, mostri e umani che subivano il fascino, la gloria e la leggenda. Zeus pare apprezzasse il buon vino. Molti nei secoli sono stati i vini attribuiti agli dei e a Zeus in particolare. Soprattutto per brindare alle conquiste amorose, non a caso il vino viene chiamato il “nettare degli dei”. Poi mi imbattei anche nella figura di Dioniso, Bacco per i latini. La sua è una storia cruenta e intrecciata già da prima che venisse al mondo. Dioniso è uno dei più inquieti dei dell’Olimpo, signore dell’irrazionalità e dell’ebbrezza, forse è proprio per questo che mi affascina così tanto con la sua personalità sfaccettata, e l’impulsività che lo contraddistingue. E proprio poche sere fa, sentendo arrivare il primo fresco di settembre ho voluto riprendere l’Iliade tra le mani, buttarmi sul divano a piedi scalzi e aprire una bottiglia fra quelle che giacciono nella mia cantina. La scelta è caduta su un vino che parla di viaggi lontani, forse della Grecia, di forza ed eleganza. Dalla terra di Calabria un vitigno come il Magliocco riesce a conquistare, con il suo colore rubino, profumi di mirtillo, macchia mediterranea ed erbe aromatiche. Robusto ed esuberante, con una vena sapida che gli conferisce eleganza. Mi è bastata la brezza, il divano, il vino giusto nel bicchiere adatto e le pagine di Omero a rendere indimenticabile un anonimo martedì sera.

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