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Libero

Quel Magliocco profuma di mito ... Da Altomonte alla costa tirrenica alla scoperta di un vitigno antico. L’altro modo di bere rosso in Calabria... Sulle tracce di Tommaso Campanella... Si dovrebbe venire in pellegrinaggio laico e d’intelletto ad Altomonte, come a Stilo e a Cosenza. Si dovrebbe venire per considerare come possa da qui, da queste terre, nascere la spinta ad un nuovo Rinascimento. Capita aggirandosi per questo borgo, che è tra i più belli d’Italia e se ne sta accoccolato su fertili colline là dove la Calabria mostra il suo volto fiero e insieme gentile, d’imbattersi nel convento di Santa Maria della Consolazione (annesso alla bellissima cattedrale
angioina) e di avere un sussulto di memoria, d’intelletto e d’orgoglio nazionale: qui Tommaso Campanella conobbe il primo esilio e da qui dette alle stampe il suo “De philosophia sensibus dimostrata”. Ecco è sulle tracce di Campanella che comincia un viaggio dei sensi che diventa meditazione sul senso dell’esistenza proprio in accordo con le teorie ficiane e di Telesio che il gran frate calabrese prese a modello per immaginare la sua Città del Sole. E darci una visione naturalistica del vivere, non disgiunta dal senso del sacro. Esattamente ciò che si prova in questi campi, tra queste mura, , in questo bello. A fare da viatico a questo percorso che si snoda lungo le
colline della Calabria settentrionale per sfociare, doppiata Cosenza, nel catanzarese e toccare anche Cirò dove lo Jonio respira di infinite suggestioni. È forse una prerogativa unica di questa terra meravigliosa quella di consentire percorsi paralleli tra storia, mito e sensorialità. A fare da viatico è il Magliocco. Un vino - come Campanella che peraltro lo decanta in più di una prolusione - “eretico”, che sfugge ai canoni del modernismo e della moda per materializzare invece il mito degli ellenici. Riparte, ed ecco perché c’entra Campanella, proprio da questo vitigno di maturazione
quasi tardiva, di acini ovali che vanno dal rosso cupo al blu un Rinascimento della Calabria in
vigna. E proprio ad Altomonte se ne trovano le più cospicue tracce visto che qui sono calati dal Collio i Venica a far vigna per celebrare il Magliocco. Ma tocca senza dubbio ai Librandi - che se ne stanno tanto più a Sud a Cirò, ma che hanno come progetto quello di rivalorizzare tutta l’ampelografia calabrese - l’avere riportato in alto il Magliocco con una bottiglia di grandissimo
spessore qualitativo: il Magno Megonio. Oggi finalmente il Magliocco si toglie l’abito da figlio di un Dio Minore e rivendica pari dignità con il Gaglioppo, il rosso che genera il Cirò, il più celebrato dei vini calabresi, e impingua con il suo nerbo, con i suoi tannini potenti e dolcissimi, con una
carica di polifenoli che ha pochi eguali e che tinge di viola rubescente i bicchieri, due denominazioni antiche, ma che hanno bisogno di nuova gloria: il Savuto e il Lamezia. Ha profumo di mito e di mirto questo vitigno che quando è vinificato in purezza e sottoposto a lungo affinamento diventa raffinato pur conservando spessore mediterraneo: è un vino solare. Solare come le campagne che lo generano. Un itinerario del Mgaliocco non può prescindere da Donnici dove si respira ancora una tradizione ultramillenaria, non può che allungarsi sulle marine catanzaresi e crotonesi, inebriarsi delle arie pedemontane di Castrovillari, ispessirsi del sole di Lamezia. E da qui
da Altomonte dove i campi sanno di grano (si fa in maggio una squisita festa del pane) e di frutti antichi, dove davvero pare che si possa immaginare la Città del Sole il Magliocco riparte per la sua nuova conquista: restituire al vino la sua anima di poesia della terra, ma anche la sua funzione di compagno della tavola che ha da essere, per accordarsi con il suo nerbo, con gli accenti del piccante, delle carni in brace, dei formaggi spessi. Spessi come la qualità di queste terre.


Le bottiglie al top

Terre Di Balbia. Incontro felice di Magliocco e Sangiovese. Al palato è deciso e carezzevole insieme, adatto per cucina di carni alla brace (euro 29).

Serracavallo Terraccia. Esprime sentori di visciole e liquirizia. In bocca ha incontro dolce molto polposo. Da selvaggina e pollame (euro 18).

Donnici Antico Diverzano. Piccola percentuale di Merlot e di Greco Nero per esaltare il nerbo del Magliocco. Al palato è vellutato e rotondo (euro 9).

Colacino Amanzio. Un Magliocco in purezza di notevole profumi che vanno dal giglio alla menta. Palato deciso (euro 9).

Librandi Magno Megonio. La massima espressione del Magliocco. È vino intrigante con
sfumature dalla liquirizia al mirtillo (euro 18).

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