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Parla il presidente dell’Irv Leonardo Agueci: “Noi siamo la Sicilia che vince”… Lo guida prima di tutto la passione per tutto ciò che è cultura della ruralità, per il vino. Leonardo Agueci è un intellettuale prestato alla vigna, preside l’Irv (Istituto regionale della vigna e del vino) della Sicilia che è diventato negli anni un punto d’eccellenza mondiale. Ha chiamato Giacomo Tachis a dare impulso agli studi di microbiologia, insieme hanno sperimentato sull’Etna, hanno recuperato i vini di Motzia. E lui si è molto speso per dare piena dignità alle cantine siciliane. L’ultima idea è stata quella di chiamare (ieri) le donne del vino siciliane a farsi ambasciatrici della solarità e mediterraneità della sua terra. “Credo - confida Agueci - che noi siamo l’immagine della Sicilia che vince, che sconfigge gli stereotipi e i pregiudizi. Il nostro vino è una cartolina liquida, una sorta di ambasciatore sensoriale, dell’eccellenza della nostra terra. Non mi piace sentire dire continuamente che siamo assistiti, che nulla funziona. No i successi delle nostre cantine, il lavoro scientifico e di ricerca che l’Irv ha fatto, la dignità di qualità assoluta che critici come Robert Parker ora finalmente ci riconoscono sono il ritratto di una Sicilia forte e capace, intelligente e operosa”. È difficile che Leonardo Agueci perda l’aplomb, ma quando ci si mette di mezzo la passione.. “Beh - ammette - si devono pure caricare i toni per farsi ascoltare. Credo che mai come in questo momento l’agricoltura siciliana e la viticoltura in particolare abbiano bisogno di essere considerate per il loro vero valore”. Vuol dire che c’è qualcosa che non funziona? “Vuol dire che le imprese sono spesso più avanti della politica e che istituti come il nostro che sono vocati interamente alla promozione delle imprese, al loro consolidamento tecnologico-scientifico, hanno bisogno di poter operare a tutto campo senza eccessivi laccioli e senza preoccupazioni per poter esprimere grandi potenzialità”. Nel senso che passa dal vino i riscatto della Sicilia? “SI, nel senso che anche dal vino la Sicilia può trovare un suo nuovo, armonico sviluppo. Il nostro vino esprime i valori di una terra antica, è veicolo di un’immagine positiva ed è un potente attrattore di turismo consapevole e di qualità. Con il vino il turista può scoprire una term meravigliosa: la Sicilia”. Ma il mercato non la preoccupa? “Certo che ci preoccupa, ma la nostra qualità assoluta e i prezzi dei nostri vini ci consentono di reagire alla crisi. Il nostro obbiettivo è far crescere la Sicilia: quella buona. Come il vino”.