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Libero

Dalla Toscana… … Il Paleo ha il profumo di Eugenio … Cinzia Merli e quei nobili filari che da Bolgheri vanno in Paradiso… Minuta, occhi che sembrano diamanti neri, un carattere fiero e ribelle come un cavallo maremmano. Cinzia Merli è una piccola-grande donna del vino capace di avvolgere in questa sua determinazione con la grazia di una penetrante intelligenza e un profilo dolcemente etrusco. “Che vuoi che ti dica - commenta allungando lo sguardo sui suoi ettari di vigna che corrono lungo la Bolgherese - che il vino è tutta la mia vita? Sì è così,maio preferisco dirlo con le bottiglie che a parole”. Cinzia ha una biografia tutta particolare. Conobbe Eugenio Campolmi una sera al cinema a Cecina. Lui era figlio di osti: mai fatto vigna. Nell’83 Bolgheri stava esplodendo e tutti correvano nelle terre del Sassicaia. “Anche Eugenio aveva il suo sogno: ci siamo messi insieme mentre si piantavano le prime barbatelle”. Ma erano di Cabernet Franc mentre tutti mettevano Cabernet Sauvgnon. “Sai - mi confida - sono convinta che il Paleo che noi abbiamo fatto con scelta azzardata da Cabernet Franc sia il vino del nostro amore e oggi del mio orgoglio”. Anche perché a Castagneto c’erano i nobili e gli industriali a fare vigna: lei e Eugenio erano solo due ragazzi di belle speranze. “Se mi guardo indietro devo dire che strada ne abbiamo fatta tanta insieme. Poi purtroppo mi è toccato di continuare da sola. Sono otto anni che Eugenio non c’è più, ma il Paleo è ancora il nostro vino: ha il suo profumo”. E il Messorio? “Beh quella è stata la bottiglia che ci ha dato notorietà assoluta e che oggi continua a darmi tante soddisfazioni”. Cinzia è felice della sua vita di vignaiola anche se ammette: “Ora è tanto più dura di quando abbiamo iniziato. I mercati sono più selettivi, devi lavorare tutto l’anno, non ti basta più la massima qualità, devi avere anche organizzazione e capacità imprenditoriale”. Tutte cose che Cinzia ha costruito nella sua azienda Le Macchiole una delle più importanti cantine della Toscana e dunque del Mondo. “Sento la responsabilità e la fatica, ma sento anche l’entusiasmo di continuare sulla strada che avevamo imboccato da ragazzi”. Una strada che corre in duplice filare (di splendide vigne) da Bolgheri al Paradiso.

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