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Per i grandi vini in enoteca non è stagione di saldi ... Quotazioni più forti della crisi... Chi pensasse che i saldi di fine stagione siano in voga anche nelle enoteche italiane, si sbaglia. La pratica, ormai un must consolidato in altre tipologie merceologiche, specie all’indomani delle festività natalizie, non conquista le bottiglie. Emerge da una indagine di Winenews, che ha sentito, da nord a sud, molte delle più importanti enoteche del Bel Paese. Il vino continua ad essere considerato una merce “speciale”, ossia di nicchia, o, al massimo, come una qualunque derrata alimentare, come la pasta o la cioccolata. In entrambi i casi però della svendita pot-natalizia non si sente alcun bisogno.
“Di sicuro storicamente - spiega Francesco Trimani della famosa enoteca romana - non è un modo di vendere il vino che abbia mai attecchito molto. Il vino resta un prodotto alimentare per cui i saldi come sono concepiti nel mondo della moda non hanno mai avuto un grande successo. Facciamo delle campagne sconto periodiche, 3 o 4 volte all’anno, ma - conclude Trimani - in queste occasioni, invece, di svendere annate vecchie o rimanenze di magazzino, facciamo uno sconto generalizzato su tutti i nostri prodotti”. Per Paola Longo dell’Enoteca Longo di Legnano (Milano) “i saldi non sono necessari, visto che le festività natalizie sono sufficienti a ripulire le nostre scorte che, peraltro, sono molto leggere. Eventualmente, su alcune new entry proponiamo delle promozioni ad hoc”. Del medesimo parere, Roberto Canali, patron dell’Enoteca di Perugia, Beresapere: “Non facciamo saldi di fine stagione come in una boutique, se mai, proponiamo delle promozioni mirate ma del tutto slegate dal periodo post-natalizio”. Gli fa eco Nicola Picone della storica enoteca di Palermo che porta nome di famiglia: “Non è nella nostra tradizione e neppure in quella del settore in genere. saldi di fine anno non sono proprio una nostra modalità di vendita”. Sulla stessa lunghezza d’onda il parere di Gianni Sarais dell’enoteca Le Cantine Isola di Milano: “Saldi nel nostro locale non li facciamo. Mi sembra una cosa un po’ fuori luogo per un’enoteca”.
“Direi che possiamo escludere quasi del tutto questo modo di vendere il vino nelle enoteche
spiega Francesco Bonfio dell’Enoteca Piccolomini di Siena e presidente di Vinarius, l’associazione che raccoglie la maggioranza delle enoteche italiane - non esiste proprio la tradizione del saldo sul vino”. “Saldi? Con i ricarichi bassi che pratichiamo direi che non c’è proprio spazio per i saldi - spiega Giovanni Valentini, titolare dell’Enoteca Valentini, che si trova nella Repubblica di San Marino - non è proprio una politica di vendita ci appartiene”. Naturalmente, anche in questa che appare come una tendenza decisamente robusta, qualcuno comincia ad essere più possibilista e a pensare un approccio diverso verso una realtà in veloce evoluzione e che la crisi dell’ultimo biennio
certamente cambiato non poco. “La considero una possibilità praticabile quella dei saldi - spiega Pio Daniele De Lorenzo dell’Enoteca Nuvola di Foggia - specialmente per i vini bianchi. Naturalmente poi bisogna considerare che ci possono essere dei problemi a riportare i prezzi allo scaffale sui livelli normali”. Anche Luca Ghiotto dell’Enoteca Soavino di Soave (Verona) considera il saldo del vino un percorso praticabile: “Sono tendenzialmente aperto a iniziative di questo tipo e, anzi, farò qualcosa del genere a breve. Non vedo perché il vino debba essere trattato in modo dissimile dagli altri generi merceologici”. “Nel nostro negozio c’è un apposito scaffale che per tutto l’anno offre vini scontati dal 20 al 50%, questa è la nostra forma di saldo - spiega Maurizio Cavalli titolare dell’Enoteca Cavalli di Parma - ma del tutto indipendente dai tempi che guidano per esempio le classiche svendite di abbigliamento a fine anno”. Il bilancio delle vendite in enoteca, nelle recenti feste natalizie, ha fatto registrare confortanti segnali di ripresa, come spiega Francesco Bonfio, presidente di Vinarius: “C’è stata una effettiva ripartenza sul 2009, specialmente grazie a quali lo Champagne, Franciacorta e Prosecco”.

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