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Libero

Una seduzione formato famiglia … Uno dei primi seminari monotematici che seguì fu quello sul Barbera. Fino ad allora chiamavo questo vino come “il” Brunello, “il” Barolo, “il” Sagrantino, ma il relatore ci tenne a precisare che questo vino và chiamato al femminile: la Barbera. Già questa premessa me lo faceva sentire più vicino. E’ stato uno dei primi vini che ho degustato con maggiore attenzione, quando, finite le lezioni, salivo sul motorino e facevo il giro di tutte le enoteche di Roma, e mi imbattevo in quei “pizzicagnoli” nascosti fra le viuzze del centro storico, dove alle volte scovavo bottiglie preziose, di annate da ricordare, acquistandole e sperando che una volta aperte fossero ancora strepitose, visto che spesso erano custodite, fra scaffali pieni di biscotti, banchi di affettati e prodotti per la pulizia della casa! Devo dire che mi sono presa tante soddisfazioni, cercando di intaccare al minimo il mio portafoglio di studentessa fuori sede. In un pomeriggio di Aprile trovai una piccola bottega al di là del Ghetto che chiudeva i battenti e svendeva praticamente tutto. Lì trovai delle perle, la Barbera D’Asti Bricco dell’Uccellone 1996 e 1997. L’anziana signora era felice e sollevata mentre portavo via alcuni fra gli articoli più cari del suo Bazar, e io a mia volta ho rivolto gli occhi al cielo, ringraziando qualcuno lassù. Studiavo per un esame e la tensione era alta visto che lo ripetevo per la seconda volta. La sera prima della prova ero stremata, confusa dal ripetere sempre le stesse cose. Pensai bene di sdraiarmi sul piccolo terrazzo godendo di una temperata primavera romana e aprire La Barbera del 1996 come portafortuna per il giorno dopo. Sapeva di amarene, di sottobosco uniti al caffè, ma con una vena quasi esotica, che comunque mi riportava sempre a quel Piemonte e a quelle colline. La sorseggiai con attenzione come se fosse un nettare dolce e succoso, con ancora quella vena di pietra focaia nel finale. E la mia cena, un semplice trancio di pizza bianca con della mortadella ha reso ancor più indimenticabile quel momento: l’abbinamento ideale che mi sedusse. Il giorno dopo avevo un 30 e lode sul libretto, un ultimo esame da dare e ancora una Barbera del ‘97 da aprire. Sapevo di farcela.

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