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Libero

Quel colpo di fulmine e una bottiglia del 1967 … Avete mai fatto una pazzia? Io ne ho fatte: sono sentimentale, passionale e irrazionale; perciò una donna felice. Sono una viaggiatrice curiosa e temeraria, con un limite: un’ avversione atavica per l’inglese. Una lingua facile e intuitiva, ma fatico a farmela piacere. Per chi fa il mio lavoro e viaggia tanto è certo un handicap. Ma superabile. In vacanza a Biarritz nei Pirenei Atlantici, quando vuoi solo stare con le amiche, con quattro libri da divorare in 2 settimane, per sopire una delusione e rigenerarsi per un nuovo anno, non pensavo
di rimanere folgorata sulla grande plage verso il faro da un sorriso accattivante e grandi occhi grigi dietro una montatura vintage. Però accadde. E mi inventai un nuovo idioma per comunicare con il mio colpo di fulmine. La sua lingua madre era il francese, ma viveva a New York, ma per fortuna con una nonna messicana. Lo spagnolo adattato era il nostro medium. Lui era un mix a dir poco abbagliante! Ma arrivò ineluttabile l’adieu: quando si chiudono gli ombrelloni, il cuore piange e il voltarsi le spalle è una notte senza tramonto. Oggi ci sono le e-mail, gli sms, Skype e Fb ad annullare le distanze. Ma allora l’apnea dei sentimenti era insopportabile. E si poteva fare una cosa sola, un follia appunto: acquistare un biglietto aereo e attraversare l’oceano. Io l’ho fatto. Tre giorni a New York per festeggiare il suo compleanno, preparare una cena tutta italiana e portare un vino indimenticabile: Amarone Bertani 1967, il suo anno di nascita. Lui era un mix di tre lingue e io portavo un blend di tre uve: Corvina, Rondinella e Molinara. Una delle migliori annate del secolo scorso. Era ancora così fresco e giovane, la ciliegia, le marasche, ma addirittura la fragola, oltre alla confettura di prugna, tabacco e cioccolato fondente, lungo, elegante e con una trama complessa. E ancora oggi quando degusto un grande Amarone il mio cuore vibra di quel mio esperanto: tre lingue per un’emozione universale. I coup de foudre passano, il vino resta a ricordarceli.

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