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Biondi-Santi, basta la parola E il marchio è solo di famiglia … Una “dinasty” che dura da 150 anni… Soltanto la Tenuta “Greppo” di Franco Biondi Santi è la titolare esclusiva del marchio “Biondi Santi”. E soltanto i Brunello e i Rosso di Montalcino che hanno fatto la storia di questo vino di questa denominazione (e i vini di Jacopo Biondi Santi prodotti nel Castello di Montepò), sono gli unici che possono riportare in etichetta il nome-marchio “Biondi Santi”. In questo modo una delle storiche dinastie del vino italiano ribadisce la sua esclusività e unicità, storica prima di tutto. È nella tenuta Greppo di Montalcino che Ferruccio Biondi Santi, nel 1866, dopo l’esperienza da garibaldino nella quale combatté a Bezzecca a fianco dello stesso Garibaldi, decise di continuare gli esperimenti sulla vinificazione iniziati dal nonno materno, arrivando, intorno al 1870, dopo aver selezionato un particolare Sangiovese e averlo vinificato in purezza, a produrre il primo Brunello di Montalcino. Una sorta di vera e propria rivoluzione vitienologica per quei tempi, con al centro l’idea semplice ma vincente di produrre un vino longevo da sole uve Sangiovese. Un’impresa che gli venne riconosciuta nel 1932, quando una Commissione Interministeriale che studiò il territorio del Chianti e di Montalcino lo identificò come l’inventore del Brunello. Il figlio di Ferruccio, Tancredi apprese dal padre i segreti delle vigne e della cantina del “Greppo”, prima ancora di andare a studiare enologia a Conegliano Veneto (dove fu allievo del professor Giovanni Dalmasso). Laureatosi poi in Agronomia all’Università di Pisa, a partire dagli anni ‘20, impresse un nuovo slancio alla produzione del Brunello, diventando, di fatto, l’ambasciatore di Montalcino e dei suoi vini. Introdusse la pratica della “ricolmatura” delle vecchie Riserve, con vino della stessa annata (la prima volta nel 1927 per le Riserve 1888 e 1891), diventò un importante consulente e insegnò
il mestiere a personaggi come Giulio Gambelli. Fu l’artefice del Brunello di Montalcino Riserva 1955, l’unico italiano inserito da “Wine Spectator” tra i 12 migliori vini del XXº Secolo. Morì nel 1970, non senza aver “ricolmato”, nel marzo di quell’anno, le bottiglie del Brunello Riserva Biondi Santi 1888-1891-1925-1945, alla presenza dello scrittore Mario Soldati e di un giovane Luigi Veronelli. A succedergli, dopo la laurea in Scienze Agrarie all’Università di Perugia, Franco Biondi Santi, che, dopo aver imparato da suo padre la sottile arte della vinificazione di famiglia, ha continuato e continua a condurre la Tenuta del Greppo. E il futuro? Sarà ancora Biondi Santi: in primis, con Jacopo.

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