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Libero

Il turismo è in tavola … La Bit tra crisi, tasse e (tanta) voglia di rilancio conferma: la ripresa passa dall’enogastronomia … La Sicilia è rimasta a casa. Ed è una secessione al contrario. L’ha spiegata Raffaele Lombardo, il governatore, dicendo che ormai la gente si contatta con internet e non voleva spendere soldi per salire fino a Milano. Si dice anche che la Sicilia stia pensando ad una sua borsa del turismo. Da farsi a Palermo, in maggio. Una defezione polemica questa per la Bit che stacca la 31esima edizione e oggi e domani vive le due giornate di apertura al pubblico. Anche l’Abruzzo non c’è tra gli stand: ma la ragione è purtroppo legata alle ferite ancora non rimarginate del terremoto. Il resto è il solito bailamme nei padiglioni della Fiera di Milano, per la verità di Rho, dove anche la Bit sembra galleggiare in uno spazio vuoto. Gli espositori ci sono, cinquemila da 130 paesi, gli operatori sembra un po’ meno. Ma saranno i due giorni di oggi a dire se il pubblico ha ancora voglia di vacanze. Intanto si scopre che Internet è ormai la via privilegiata per entrare in contatto con i turisti. Tant’è che la Fiera medesima non ha potuto non aprire uno spazio per ospitare i viaggi della rete. È un’edizione strana questa della Borsa del turismo perché i venti di crisi si sentono eccome. Pesano le brutte performance del turismo italiano e ancora di più le cocenti crisi internazionali: Egitto, Tunisia, Algeria, l’incendio del Magreb arriva tra gli operatori come una notizia nefasta. Certo tutti indossano i sorrisi di circostanza, ma si capisce che per il mega-giocattolo delle vacanze c’è preoccupazione. Anche il ministro per il turismo Michela Vittoria Brambilla ha dovuto prenderne atto anche se ha raccontata che l’Italia è in netta ripresa e sulla tassa di soggiorno, che non piace a nessuno, si è tenuta molto cauta: l’hanno voluta i sindaci. Può essere un’opportunità. Per ora ad albergatori & co pare un ulteriore ostacolo, anche perché l’Italia continua ad avere l’Iva più alta d’Europa su tutto il comparto turistico. Che rimane tuttavia il principale motore della nostra economia. Anche se non riesce a farsi considerare per ciò che vale. Lo ha spiegato ancora una volta l’Isnart - il centro studi dell’Unioncamere - il migliore osservatorio turistico nazionale raccontando che abbiamo perso lo scorso anno il 2,1% delle vendite nelle imprese ricettive. Ma il 2011 dovrebbe esser l’anno della riscossa un po’ per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (e la Brambilla ha plaudito alla festa del 17 marzo) un po’ perché le città d‘arte continuano a tirare (incremento del 5% anno su anno) e anzi anche le mete minori sono in ripresa e molto per il contributo che l’enogastronomia dà al fatturato turistico. Sono raddoppiati nel 2010 i soggiorni dedicati al mangia e bevi (oltre tre milioni di partenze) e l’enogastronomia è il primo motivo di soddisfazione dei turisti in Italia e sta diventando la prima motivazione di viaggio. Flavia Coccia dell’Isnart su questo è categorica: la cucina italiana, il vino italiano sono i migliori testimonial per il nostro turismo. Che nell’anno che viene dovrebbe darci qualche soddisfazione in più. Le prospettive dicono infatti che è atteso un incremento del 13 per cento dei flussi verso il nostro paese a cominciare dalla Pasqua. A determinarlo ancora una volta è l’enogastronomia insieme con l’agriturismo che se anche a sofferto nell’ultimo anno resta, a giudizio di molti, la vera atout dell’ospitalità italiana. La riprova si ha proprio nei padiglioni della Bit, ma anche nel debutto - in proiezione Expo 2015 - che si è avuta quest’anno con FuoriBit: ventitrè location a Milano città dove i diversi paesi hanno allestito spettacoli, concerti, mostre, sfilate e ovviamente proposte gastronomiche. Stasera è l’ultima sera a Milano di FuoriBit con il clou tra Brera e il museo del’ 900 e ovviamente molte degustazioni. Che sembrano essere ormai il biglietto da visita sensoriale di ogni territorio italiano. Non c’è regione che non abbia puntato sull’enogastronomia. Il Veneto ha predisposto pacchetti sotto la sigla “ tesori sconosciuti e vini ritrovati” che significa portare i turisti a cercare il bello e il buono nelle pieghe più nascoste della Regione. Il Piemonte - a cominciare da Torino - ha imbandito una vera e propria tavola territoriale perché i vini sono il fil rouge di tutte le proposte turistiche dalla mostra dedicata a Cavour e alla sue Langhe, alla Biteg - la borsa del turismo enogastronomico - che l’assessore Alberto Cirio ha lanciato come uno degli eventi clou degli oltre 250 giorni di cartellone della Regione agganciati ai festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. La Toscana punta tutto sul turismo enogastronomico attraverso un rafforzamento della strade dei vini e dei sapori e mettendo l’offerta enogastronomica in relazione con i percorsi della storia (gli etruschi) e con lo stile di vita all’aria aperta (rafforzata l’offerta cicloturistica) così come l’Emilia Romagna che forte dei musei del cibo, degli itinerari enogastronomici e di una serie di manifestazioni a tema, tra le quali spicca CibusTour, vuole con l’appeal della tavola diffondere e destagionalizzzare le presenze. Le due regioni peraltro si trovano quest’anno gemellate anche nel centenario Artusiano. Anche le Marche arricchiscono la propria offerta turistica con un forte impegno nell’enogastronomia. Ma è soprattutto dal Sud d’Italia che viene l’acquolina alla bocca. La Puglia già in fiera offre laboratori di cucina e laboratori con le mani in pasta per ingolosire i turisti, ma si affida molto al turismo del vino per qualificare l’offerta territoriale facendo percepire l’enogastronomia come un valore aggiunto rispetto alla sola offerta mare. La Basilicata sta invece declinando i suoi gioielli della tavola con il cinema e con la scoperta della sua ruralità. In forte ascesa è anche il turismo enogastronomico della Calabria. Questa regione si è mostrata particolarmente attiva alla Bit dove ha ripresentato il progetto “passaporto per l’Europa” che è una serie di azioni promozionali (compreso un bus che ha girato per tutto il continente) e di contratti con compagnie aeree per convogliare flussi verso la Calabria. In tre anni della prima tranche del progetto i risultati sia in termini di presenze che di soddisfazione dei turisti sono stati lusinghieri. Ma la Calabria alla Bit ha presentato anche un piano triennale di azioni del valore di oltre 200 milioni di euro dal quale ci si attendono 27 milioni di presenze nel triennio. Punto di forza: ancora una volta l’offerta enogastronomica declinata con quella d’arte e con il paesaggio. Cioè la formula Italia. Che si può scoprire e degustare in questi due giorni alla Bit.

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