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Libero

In discoteca il bere responsabile fa tendenza … C’è una nuova tendenza che, pare, si sta affacciando nelle discoteche, sotto il segno della responsabilità, della consapevolezza e del “bien vivre”. Nei templi del ballo e, a volte, dello “sballo”inizierebbe a ritagliarsi un spazio il wine & food, con aperitivi, cene a buffet e persino a tavola. Emerge da una piccola inchiesta di Wine-News sulla base di uno studio della Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi della Confcommercio, dal quale sembra che le discoteche scelgano di aprire al cibo ed al vino, non in un’ottica di esagerazione, ma della piacevolezza e dello stare insieme con gusto. Ma anche della qualità, a scapito di “binge drinking”e“beveroni”dannosi per la salute e finalizzati al mero consumo di alcol. E, quando si parla di qualità nel bere, si parla di vino. Insomma, il nettare di Bacco può assumere un ruolo tutto nuovo: emancipare la discoteca dal vecchio cliché di luogo rumoroso e adatto solo per cocktail di scarsa qualità. “La notte sta cambiando - spiega Maurizio Pasca, presidente Silb, l’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo della Fipe - e la discoteca non è più in grado di assorbire la domanda di una fascia di età che si è andata ampliando: oggi infatti il 54% dei clienti è rappresentato dai 18-45enni. Da età diverse nascono esigenze diverse, sempre più rivolte ad una richiesta di maggiore qualità: il vino porta qualcosa di nuovo nel nostro mondo, un approccio alla cultura del bere innovativo fatto di conoscenza e coscienza di cosa si sta bevendo, per questo è un fatto positivo che stia pian piano entrando nei locali notturni. Ciò nonostante esistono ancora in Italia concetti estremamente diversi di approccio al “bere notturno”: al Nord c’è maggiore attenzione alla qualità e il vino trova terreno fertile, mentre al Sud ancora da questo punto di vista persiste una visione più classica”. Ma quale vino si consuma nelle discoteche? “Oggi il vino bianco è il protagonista assoluto dell’aperitivo”, dice Roberto Cominardi, patron dell’“Old Fashion” di Milano, storico locale delle notti milanesi, che su questa formula ha deciso di puntare già dal 1995, dando forse per primo in Italia un segnale di rottura con quello che la discoteca ha significato negli anni ‘80 e ‘90. “Per cena invece l’offerta si amplia anche ai rossi, mentre nei privé trovano spazio etichette importanti, accompagnate, magari, da selezioni di formaggi o altri prodotti tipici”. E di qualità. “Sì - prosegue Cominardi - perché la sicurezza è direttamente legata alla qualità di ciò che si beve e, da questo punto di vista, non c’è niente di più sicuro del vino, per chi deve mettersi al volante come per chi si limita a ballare”. Una tendenza in atto anche per Antonio Flamini, presidente Silb della Provincia di Roma: “si entra prima e si esce prima, con la domenica che sta assumendo un suo protagonismo, proprio per l’orario dell’aperitivo. Dal Prosecco utilizzato negli “spritz” si è passati, specie per la clientela femminile, ai bianchi, mentre gli uomini prediligono il rosso”

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