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Libero

Livio Felluga finalmente tra le vigne dell’Abbazia di Rosazzo … La nuova sfida è un sogno antico… Novantasei primavere e il portamento ancora fiero. E’ una splendida giornata di marzo e Livio Felluga un uomo che ha speso tutta la vita a diffondere cultura rurale e a produrre vini di straordinaria qualità, corona il suo sogno. Poter un giorno vinificare le uve che furono dell’eremita Alemanno, che furono dei Benedettini, che rappresentano la storia del Friuli: le vigne dell’Abbazia di Rosazzo. Sembra più che l’annuncio di un vino destinato a segnare con un punto d’eccellenza il nostro panorama enologico, l’Abbazia di Rosazzo 2009 blend di perfetto equilibrio tra i vitigni più rappresentativi del terroir friulano, una liturgia nuziale: come se la magia dell’Abbazia andasse in sponsale alla determinazione di un patriarca del vino. E del resto questa costruzione del decimo secolo, impreziosita da marmi e affreschi che esplorano dal romanico al gotico, che sta arroccata su di uno dei colli orientali del Friuli, per metà fortezza per metà dimora nobiliare e interamente gloria a Dio, fu presidio dei potentissimi Patriarchi di Aquileia. Quando si raccomanda che il vino, il grande vino sia espressione non solo della vigna, ma del pensiero dell’uomo che la coltiva e dell’anima dei luoghi, si immagina di incontrare un giorno ciò che è avvenuto una settimana fa all’Abbazia di Rosazzo. È una sorta di archetipo del vino inteso come valore culturale oltre che sostanza rurale. Livio Felluga fin dal 56 voleva poter coltivare e vinificare le uve dei Patrarchi. L’incontro si è realizzato più di mezzo secolo dopo oggi che la Fondazione che gestisce il monumento e le sue terre (furono migliaia di ettari, ora sono rimasti 3,5) per conto del vescovo di Udine che è pure Marchese di Rosazzo, ha affidato a Livio e ai suoi quattro figli, finalmente la cura del vigneto e la produzione del vino. Per l’annuncio i Felluga hanno scelto di tenere un concerto (magistrale) di Nazzareno Carusi che ha interpretato nella chiesa del Mille un repertorio per piano solo tratto da List, di fare un concerto di sapori con le preparazioni dei massimi chef friulani (Campiello, Subida Castello di Trussio) e di lasciare che tra i roseti di questo incanto (a maggio c’ è la festa delle rose, simbolo mariano) si consumasse l’atto d’amore tra Livio e l’Abbazia, tra il patriarca e la sua vigna.

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