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La Banca fa il vignaiolo per stare vicino alle imprese ... Tenimenti Mps, un successo... Si potrebbe scrivere la cronaca di unsuccesso annunciato. Annunciato sì, ma non scontato. Il Monte dei Paschi di Siena con la sua azienda agricola, la Tenimenti Mps che raggruppa le produzioni enoiche di Poggio Bonelli e Villa Chigi Saracini, ha dato uno strappo al mercato. Ha riunito sotto un unico
brand il “mitico” marchio 1472 che è l’anno di fondazione della Banca, la più antica del mondo in attività di servizio, un Chianti Classico, una Riserva di Chianti Classico, un Supertuscan (e ora
anche un Vinsanto Occhio di Pernice che debutta proprio al Vinitaly) e ha lanciato un nuovo modello di marketing del vino: comunicazione del valore del brand in rapporto al territorio, distribuzione in internet e in esclusivi punti qualificati, forte personalizzazione del packaging. Ebbene in pochi mesi dal lancio di questa nuova formula le prenotazioni delle bottiglie sono “sold out”. Esaurite. Qualche vignaiolo ha pensato che il Monte si mettesse a fare concorrenza alle cantine che peraltro da secoli sostiene con il suo credito all’agricoltura, il più consistente in Italia. Prospettiva miope. Il Monte dei Paschi ha semplicemente tentato un esperimento a beneficio del sistema. E questo esperimento dice che è l’ora di cambiare gli orizzonti del marketing del vino. Del resto viene dagli States una tendenza che consolida le intuizioni del’istituto senese: ilvino ha da essere accattivante nel packaging, ben riconoscibile, storicamente consistente e piacevole. Questo hanno fatto dalla banca di Siena e anzi hanno fatto filiare dal vino un brand 1472 che ora sarà applicato ad altri prodotti: dalla moda
all’artigianato d’arte, ma sempre con un forte radicamento territoriale. Che peraltro è consonante con la mission che il Monte dei Paschi si è data: essere un player globale ma con le radici ben piantate nella sua origine e nella sua storia. Da questo è partito il Monte per sperimentare su se medesimo un nuovo corso di marketing e poi metterlo a disposizione delle aziende vitivinicole. Del resto Giuseppe Mussari che preside dal banca, e anche l’Abi l’associazione del credito, ha esplicitamente detto durante il primo Forum sul Vino organizzato da Mps che per il Monte il settore
agricolo è un asset strategico. Ma una banca - è questo il pensiero che coltivano a Siena - non può essere un mero erogatore di credito, ma un partner a tutti gli effetti degli operatori sui clienti. Così nel mondo del vino - Mps è fortemente impegnato in agricoltura: gestisce i più grandi depositi su pegno di Parmigiano-Reggiano e Grana Padano, ha aperto linee di credito speciali e agevolate per le aziende agricole - Monte dei Paschi ha avviato un centro studi, ha messo a punto un superindice e intende continuare ad esercitare una partnership di consulenza con le aziende. Cominciando a sperimentare in proprio i nuovi orizzonti del mercato del vino. Consapevole, come lo è dal 1472, che una banca cresce se cresce il business degli operatori che a lei si rivolgono. Come insegna la storia di Siena dove il vino è un valore autentico.

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