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Il lusso della cucina regionale nelle cene regali di Venaria ... Il lusso della cucina regionale nelle cene dei Re... Venerdì tocca alla Toscana... Nella mirabolante cornice della Reggia di Venaria,
interamente ristrutturata e riportata agli antichi spendori assieme al parco di 80 ettari che la circonda si è aperto il ciclo delle “cene regali”. Otto serate per celebrare l’unità d’Italia a tavola. L’appuntamento è nella Galleria Grande della Reggia, con la sua magnifica vista da un lato sul giardino e sullo sfondo le Alpi dall’altra sulla fontana del cervo. Il locale percorso fin dal Settecento
dai Savoia e dai nobili di tutta Europa si trasforma per l’occasione in un ristorante di lusso. In
cucina alcuni dei migliori chef nazionali che si cimentano con menù spettacolari. La prima cena regale (se ne svolge una al mese) è stata dedicata alla Sardegna e la partenza è stata con il botto:
oltre 500 ospiti, posti completamente esauriti per gustare i piatti preparati dagli chef Stefano Deidda, miglior cuoco emergente 2010, Cristiano Andreini e Secondo Borghero. Venerdì prossimo
tocca alla Toscana con un menù creato ci saranno ai fornelli. Il menù è curato interamente da Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri , assieme a Giuliano Pacini chef e patron de La Buca di Lucca. Che ne cureranno ogni minimo dettaglio. “Cercherò di soddisfare i palati più esigenti”, spiega Annie Feolde, francese di Nizza ma trapiantata in Italia dal ’69, “con un menù legato in senso veramente
filologico alla tradizione culinaria di Firenze e della Toscana, città e regione in cui vivo e lavoro da ormai quarant’anni”. Vediamo, dunque questa interpretazione rigorosa della “toscanità” a tavola: “Inizierò con un Gran Farro ”, aggiunge Annie, “piatto di solida tradizione lucchese per poi proseguire con gamberoni allo spiedo avvolti nel lardo di Colonnata, crespelle alla fiorentina,
peposo, una mia piccola declinazione rispetto alla ricetta originaria, lo splendido Zuccotto, dessert di grande storia e tecnica e per finire dolcetti della più verace trazione, come i Brigidini e i Cantuccini di Prato. Naturalmente le pietanze saranno abbinate ad alcune prestigiose etichette di grandi produttori toscani fra cui Frescobaldi e Antinori”. Di storico c’è pure il ristorante “La Buca di Sant’Antonio” da cui proviene lo chef Giuliano Pacini, la cui “nascita” viene fatta risalire addirittura al 1782. Buca in antico toscano equivale a “taverna”, osteria. E se ne parla in un documento redatto sul finire del Settecento in cui le autorità cittadine fornivano a osti e ristoratori l’indicazione di proibire lo smercio di “vini forastieri”. Con la gestione degli attuali titolari Franco
Barbieri e Giuliano Pacini, “La Buca” è rimasto uno dei locali più caratteristici di Lucca. Piatti come la zuppa di farro hanno catturato personaggi famosi: Giacomo Puccini, Ezra Pound, Mario
Pannunzio, Re Gustavo di Svezia, Margareth d’Inghilterra, Indro Montanelli. Per tornare alle cene reali il terzo appuntamento è previsto per il 10 giugno e avrà come protagonista l’Emila Romagna,
poi toccherà alla Sicilia (15 luglio), alle Marche (30 settembre). A ottobre le cene saranno due, dedicate a Puglia e Trentino (le date sono ancora da definire), la chiusura a novembre con i grandi piatti della cucina di casa, il Piemonte. Il costo di ogni cena è di 60 euro, per partecipare in tre si spendono 150 euro e se si è in cinque 250. Ogni sabato e domenica successivi alle cene che si svolgono rigorosamente il venerdì, nella via che porta alla Reggia verrà allestito un mercato di eccellenze gastronomiche della regione ospite.

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