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Libero

L’inebriante Traminer tra speck e pani rari ... Aromi di vigna in un festival dell’enogastronomia “eroica”... A Bolzano i gusti dell’Alto Adige... È un raffinato, per metà cerebrale e per metà sensoriale, gioco di contrasti tra l’immaginario, il percepito e il reale quello che v’accoglie a Bolzano. Sentirete parlare quasi solo tedesco nonostante i censimenti dicano che la maggioranza
dovrebbe esprimersi in italiano e ormai qui hanno preso a definirsi sudtirolesi, quindi con riferimento all’Austria, piuttosto che altoatesini con riferimento all’Italia. E però rivendicano la loro totale autonomia. Ci si aspetterebbe perciò di trovare durezze, che tutto fosse un po’ asprigno. E invece... invece basta considerare che il cuore di Bolzano, quello che dal 2 al 5 di giugno diventa il goloso centro di gravità di un villaggio dei piaceri enogastronomici che si chiama “festival del gusto”, è piazza Walther che niente altro fu se non il massimo poeta medievale. Un aedo, un cantore. Dunque tra queste ardesie e questi graniti spira nei secoli dei secoli un refolo di lirica. E ancora rimirando il Duomo così nitidamente gotico ci aspetterebbe di trovare tetre liturgie, tetragone manifestazioni di fede e invece v’accoglie un gioioso coro di ragazzi. Anche la gente a Bolzano sciama per le elegantissime vie con un sorriso meridionale. Che abbiano ragione a sentirsi tirolesi del Sud? Di certo Goethe li invidiava perché comunque appartenevano alla terra del sole, quella che lui - massimo descrittore del Grand Tour - anelava dal Brennero. E i frutti del sole in questo festival del gusto si sprecano. Ce n’è uno in particolare che celebra un festival nel festival: il Gewurtztraminer. A pronunciarne il nome si direbbe teutonico e invece è nato proprio qui: a Termeno (incantevole) e il suo nome tradotto in italiano significa lo speziato di Termeno. Cos’è? Ma un soavissimo, peculiare intrigante vino bianco. Che nasce - vedete che tornano i contrasti - da un’uva rosa: di pelle e di polpa. Esprime un modernissimo piacere di freschezze tropicali, di lievi ricordi resinati è di un dorato ammiccante e in bocca, anche se si usa berlo freddissimo, ha calore, polpa e velluto. Un vino piuttosto mediterraneo che alpino eppure le sue vigne fanno parte di quella viticoltura eroica che solo le montagne e le isole conoscono. Che ci sia un nesso, se non ampelografico, almeno antropologico? Del resto questa è un’enclave che fu prima celtica, poi ladina, oggi... difficile dipanare la matassa di certi sentimenti. Ma lasciamo che sia il Traminer aromatico a suggerirci un’appartenenza. A terre di scisto e di granito, a vigne che paiano giardini delle Alpi. Ecco il Traminer, oggi che i bianchi hanno riconquistato giustamente proscenio, è un ponte sensoriale tra la cultura del Sudtirolo e il prolungamento peninsulare verso il Mediterraneo.
Perché si sposa perfettamente con lo speck, con i pani di segale che qui sono usi drogare con semi di finocchio, di anice, di papavero, perfino con i bretzel e il graukase, il più antico e misterioso dei formaggi altoatesini. Tutti cibi - buonissimi - identitari di questo pezzo d’Alpi. Ma potrei dirvi che su una scaloppa di spada aromatizzata al finocchietto selvatico o su di una peperonata o ancora su una catalana di crostacei o con delle ostriche questo vino va egualmente a nozze. Per esplorare tutto questo basta venire qui a Bolzano tra profumi di Primavera. Il villaggio del gusto che è compreso nel perimetro di quattro strade sciorina la filiera del latte e del formaggio, quella delle mele e dei frutti del bosco, quella delle crani e dei salumi, quella dei pani antichi e rari, quella, ovviamente, del vino. Ogni sera ci saranno spettacoli, ogni sera in piazza Walther grandi chef cucineranno a modo loro con ingredienti altoatesini, ad ogni ora del giorno ci saranno seminari, corsi di cucina,
degustazioni inframmezzati, come s’addice a una città che per patrono laico s’è scelta un poeta, da tanta cultura. Aromatica, come un Traminer.


Elena Walch, Kastelaz. Traminer aromatico di ampiezza e grassezza invidiabile. È una macedonia tropicale al naso con vena speziata e una calda carezza al palato (euro 24).

Hofstatter, Kolbenhof. Di corpo piuttosto sostenuto ha sfumature di rosa al naso con sensazioni intense di frutta matura. Molto morbido in bocca e lungo al gusto (euro 23).

Cantina di Termeno, Nussbaumer. L’archetipo del Gewurtztraminer. Aromatico di rosa e frutta tropicale, molto morbido, di intensità inusitata. Un vino quasi balsamico, da applausi (euro 20).

San Michele A., G. Sanct Valentin. Traminer aromatico di corredo olfattivo complesso
dove la nota fruttata rivaleggia con quella floreale. Al palato è perfettamente armonico (euro 19).

Cantina di Terlano, Lunare. Un Traminer aromatico di grande freschezza. Ampio al naso con fiori e frutta gialla ha un palato vellutato e bella freschezza. Finale sostenuto (euro 9).

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