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Libero

Il Nero d’Avola diventa il principe di tutta la Sicilia ... Dopo il boom di vendite ora l’obiettivo è tutelare il successo delle cantine con un marchio di qualità... Capita occupandosi di vino di dover
constatare crisi derivanti da eccesso di successo. Ci sono terroir esplosi improvvisamente che dopo anni di boom hanno cominciato a patire di sovrapproduzione, di perdita di qualità e di identità. Ancora una volta la Sicilia si permette di dare una lezione di civiltà “enoica”. Lo fa attraverso un’istituzione che da decenni ha lavorato per portare ai massimi livelli di qualità i vini dell’isola, una volta destinati ad impinguare gli esangui, e pur celebratissimi, vini del Nord e non necessariamente solo italiani. È l’Istituto regionale della Vite e del Vino, oggi presieduto da Leonardo Agueci che ha in Dario Cartabellotta, direttore generale, un tecnico di valore internazionale capace di creare il “sistema Sicilia”, che ha dato vita al giusto ammortizzatore per evitare un eccesso di successo del principe dei vini siciliani: il Nero d’Avola. Il know how messo in campo dall’Irvv viene da lontano e ha l’ambizione di andare lontano. Se oggi i vini siciliani hanno struttura, ma anche finezza, se il Nerello mascalese è tornato ai fasti ottocenteschi, se sull’Etna si è sperimentato - grazie alle intuizioni di Giacomo Tachis - il Pinot nero, se il rilancio dei grandi passiti - da Pantelleria a Salina passando per il Marsala - si è compiuto è stato in gran parte per l’attività dell’Irvv che ha cominciato a dare una consapevolezza tecnica in vigna, poi in cantina e
oggi si preoccupa dello stato di salute d’immagine e commerciale dei vini siciliani. Il Nero d’Avola è letteralmente esploso a metà degli anni ’90. È diventato il principe dei vini siciliani migrando dalle zone tradizionali di coltivazione, quelle di Pachino e delle terre bianche nel nisseno e dell’ennese, in tutta l’isola. La sua forza espressiva, la sua spiccata mediterraneità, la sua riconoscibilità e il vantaggio competitivo del prezzo ne hanno fatto un rosso di moda. Purtroppo è accaduto che sono cominciate a fiorire le imitazioni, che il Nero d’Avola è stato piantato e prodotto
anche fuori dalla Sicilia, che il mercato è stato turbato da produzioni di dubbia qualità collocate con strategie di dumping. In altri casi non vi è stato riparo, in Sicilia grazie all’Irvv si è capito che bisognava arginare questo fenomeno imitativo. Ed è nato così un nuovo marchio: il Nero d’Avola Sicilia qualità. “Il sistema vino di qualità siciliano - sottolinea Dario Cartabellotta - oggi ha uno strumento in più per valorizzare l’autenticità del vitigno principe della viticoltura siciliana, garantendo al consumatore maggiore trasparenza, completezza delle informazioni, garanzie sull’origine e l’imbottigliamento. È un segno di maturità importante espresso da tutto il comparto - dal piccolo produttore viticolo sino al grande marchio - uniti dalla consapevolezza del valore identitario ed economico del nostro Nero d’Avola”. Il marchio che è apposto su tutte le bottiglie, ma ha un’adesione volontaria, è un buon frutto del federalismo. La Sicilia ha infatti scelto la strada
di tutelare le proprie produzioni con un autonomo disciplinare - peraltro rigidissimo - che ora sta
diventando il nuovo punto di forza delle cantine dell’isola. Uno strumento che tanto più sarà diffuso, tanto più sarà efficace per gestire il successo senza eccesso.


Salaparuta, Duca Enrico. Un Nero d’Avola di classe immensa. Impenetrabile al colore, esplode con sentori di mora e gesso e al palato ha nerbo e carezza. Uno dei grandi rossi italiani (€ 36)

Settesoli, Carthago. Diego Planeta è un mago, riesce a fare bottiglie grandi a piccoli prezzi.
Questo Nero d’Avola della linea Mandrarossa è immediato eppure profondo (€ 10)

Feudo Montoni, Vrucara. Nero d’Avola quasi archetipico. Ha note balsamiche in un contesto di frutto rosso. Al palato è rotondo e caldo. Di lungo affinamento in legno grande (€ 22)

Ceuso, Scurati Rosso. Ai Melia andrebbe fatto un monumento. Hanno mantenuto la tradizione coniugandola con l’innovazione. Il loro Nero d’Avola è impeccabile (€ 8)

Vero Vini, Niuru. Omaggio ad Angela Galia e a tutte le donne del vino siciliane. Sono
parte del rinascimento viticolo dell’isola. Come questo inebriante Nero d’Avola (€ 9)

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