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L’export va forte e la Sicilia brinda ... Lunedì a Roma sbarcano le vignaiole dell’isola:
le cantine di “Enotria” sono sempre più in rosa... Non c’è bisogno di scomodare Giambattista Vico e la sua intuizione della ciclicità della storia, ma è un fatto che la Sicilia del vino fu grande quando venne scoperta dagli inglesi e dai francesi. I primi “inventarono” letteralmente il Marsala costruendo cantine e sfruttando quel bendiddio che si ricavava dall’uva Grillo per fare nella terra di Sua Maestà britannica concorrenza ai vini di Porto e di Medira e dare così uno schiaffo a portoghesi e spagnoli. I secondi si approvvigionavano di “Champagne” nelle terre etnee dove nell’800 la produzione spumantistica era superiore (per quantità e qualità) a quella francese. Il primo vero successo del Nerello Mascalese fu la sua spumantizzazione. A dargli impulso fu l’aristocrazia isolana che avendo al servizio i “monsù” che cucinavano alla francese voleva vini “conseguenti”. Ebbene a un paio di secoli di distanza da questi successi, la Sicilia riscopre la sua vocazione internazionale. E ciclicamente torna ad essere protagonista sui mercati internazionali. A dare un colpo di manovella a questo ritorno al futuro ci hanno pensato Dario Cartabellotta, direttore generale dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino, e il presidente del medesimo Istituto - un fiore all’occhiello della Sicilia che va - l’avvocato Leonardo Agueci. Hanno puntato tutto sull’internazionalizzazione della cantine siciliane declinando con la massima efficienza le regole del marketing territoriale: non portare il vino ai mercati, ma i mercati al vino. Così due educational tour di importanza centrale l’Irvv ha convogliato in Sicilia i migliori buyers e opinion makers di Canada, Usa, Inghilterra. I risultati? Un balzo significativo nell’export in questi che sono tra i principali mercati del nostro vino. La Sicilia ha varato un articolato piano di internazionalizzazione delle cantine. Che si muove sostanzialmente lungo tre direttrici di azione: sviluppare l’incoming , la partecipazione a fiere appuntamenti specializzati, la coltivazione con azioni di promozione di singoli mercati. “Quando ci si affaccia ad un mercato estero - sostiene Dario Cartabellotta, direttore generale Irvv nel corso dell’incontro - bisogna essere pronti a saperne interpretare le dinamiche per concretizzare al meglio gli affari. E del resto - nota ancora Cartabelotta - il piano prevede una pianificazione organica che poggia sulla consapevolezza del successo riscosso dal vino siciliano negli ultimi anni: la Sicilia, grazie alla grande varietà di vini prodotti sulla sua terra, è pronta ad essere competitiva su ogni singolo segmento di mercato”. Tra le azioni più significative il “Definitive Italian Wine Tasting” di Londra che si svolgerà il 28 giugno. Dal 26 al 28 ottobre invece, è prevista la partecipazione di alcune aziende siciliane al “The Moscow International Wine Expo”. Nel 2012 invece sono già stata programmati viaggi esplorativi in Brasile e mentre in ottobre si svolgerà a Taormina il Winet Sicilia. Ma certo la Scilla non trascura il mercato nazionale così lunedì 20 giugno il mondo enologico siciliano, declinato al femminile, torna ad incontrarsi e a incontrare appassionati e professionisti del settore, in occasione del nuovo appuntamento di “Donne, territori e vini di Sicilia” programmato nella capitale presso l'Hotel Rome Cavalieri, storica sede dell’Ais romana (info: 06 8550941). Saranno 16 cantine al femminile che dalle 16 e 30 in poi faranno degustare i vini di Sicilia con vari momenti di spettacolo, di approfondimento e di cultura enologica per accogliere - per dirla con Franco Ricci presidente della sommelerie mondiale - “Queste ambasciatrici di una terra benedetta da Dio: la Sicilia”.

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