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Sensazioni da Vinexpo Il vino va a Oriente e l’Italia si fa strada ... Il maxi-salone di Bordeaux conferma le tendenze di mercato: India e Cina sono le nuove frontiere... Si incontrano cinesi, indiani, vietnamiti, coreani, tailandesi. Sembra di essere in un grande aeroporto e invece è il Vinexpo di Bordeaux, dove si tocca con mano quello che tutti dicono: il futuro del vino passa dall’export verso l’Oriente ancora da scoprire, dagli Stati Uniti, che possono crescere tanto, e dal Sud America. Il consumo nei Paesi d’origine della vecchia Europa è destinato a scendere ancora, ma un pianeta che nel complesso berrà sempre più vino: dopo un +4,5% tra il 2005 e il 2009, nel 2014 la crescita prevista è del 3,18%, a 2,729 miliardi di casse. E aumenta la richiesta e l’offerta di servizi: da centri culturali rivolti al pubblico, come quello che, nel 2014, sorgerà proprio a Bordeaux, con un investimento pubblico-privato di oltre 50 milioni di euro, alle scuole di formazione internazionali per i professionisti, dal marketing alla vendita. La comunicazione, poi, non vede più in campo solo editori specializzati, ma anche grandi network come la partnership tra Terre de Vins e la France Press (165 uffici nel mondo. L’Italia? Secondo espositore, dopo i francesi e prima degli spagnoli, è andata in forze a Bordeaux, che si conferma porta d’Oriente in Europa. E, dal Vinexpo, arrivano sensazioni positive per le nostre cantine. “Il vino italiano esce molto bene da Bordeaux, ci sono tanti asiatici e un grande interesse per le nostre Doc”, spiega Angela Velenosi, alla guida delle cantina marchigiana. “Siamo contenti, c’è grande affluenza dall’Asia, India e Cina soprattutto, e una conferma da Europa, Canada e Stati Uniti. C’è entusiasmo”, le fa eco la veneta Nadia Zenato. Sentiment positivo anche per Marilisa Allegrini della griffe della Valpolicella: “Il vino sta avendo un grande rilancio dopo la crisi del 2009, c’è grande attenzione alla qualità, grande interesse dall’Asia e dal Sud America”. Entusiasmo che ha grande valore anche “per l’alto livello di professionalità del pubblico - spiega Michele Bernetti (Umani Ronchi), tra i leader del vino delle Marche - ci sono tanti importatori dai Paesi più remoti”. “Si conferma l’ottimismo crescente che ormai avvertiamo da più di un anno. Dobbiamo guardare con attenzione all’Asia, il futuro è lì”, dice Sergio Zingarelli della chiantigiana Rocca delle Macie. Sentiment che trova conferma anche per Davide Mascalzoni, direttore generale del Gruppo italiano vini: “C’è grande fermento, soprattutto da mercati tradizionali, come Usa e Canada, e grandi possibilità che si aprono in quelli emergenti come Russia e Cina”. Mercati in cui vincono qualità e tipicità, sottolinea Pio Boffa della storica cantina piemontese Pio Cesare: “I mercati dell’Asia stanno scoprendo le nostre unicità, che ci differenziano dalla standardizzazione di altri territori del mondo”. Altra freccia all’arco del vino italiano è quella del rapporto qualità-prezzo: “I vini italiani di medio prezzo sono quelli che stanno andando meglio - dice Lodovico Antinori, alla guida di Tenuta di Biserno - e stanno avendo un grande successo in tutto il mondo”.

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