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Libero

È la cantina Settesoli la nuova Fiat di Sicilia … A Menfi, il vigneto più grande d’Europa, dà lavoro a 5mila persone … Il nome Settesoli è un omaggio al Gattopardo. Così si chiama il feudo che Calogero Sedara regala alla figlia Angelica per il matrimonio con Tancredi, nipote di don Fabrizio. Oggi la cantina nata cinquantadue anni fa a Menfi, in provincia di Agrigento rappresenta per la Sicilia una delle scommesse per il futuro. Come, per intenderci, è stata fino all’altroieri la Fiat di Termini Imerese. E mentre il grande stabilimento vive una transizione problematica verso la nuova proprietà, la cooperativa di Menfi coltiva progetti di crescita. Raggruppa più di 2.300 soci. Sviluppa un’occupazione, diretta e indiretta per cinquemila persone. Nel suo complesso, con 6.000 ettari, è il più grande vigneto d’Europa. Il distretto fra Menfi, Montevago, Santa Margherita Belice, noto soprattutto per il terremoto (e coda di mafia e sprechi) trae parte non trascurabile del proprio reddito dalla grande cantina. Settesoli diventa un fatto sociale ancora prima che economico. Rappresenta un’eccezione perché l’individualismo dei siciliani poco si coniuga con l’associazionismo cooperativistico. Inoltre, contrariamente a quanto accade nel resto dell’isola, non solo blocca l’emigrazione (dopo cinquant’anni entrano in vigna i nipoti dei fondatori), ma serve anche a richiamare talenti. All’inizio dell’anno prossimo la presidenza della cantina verrà assunta da Vito Varvaro, 57 anni ex capo delle operazioni di Procter & Gamble in Italia. Metterà a disposizione la sua esperienza commerciale. Soprattutto nei rapporti con la grande distribuzione dove Settesoli ha ancora spazi di espansione: sui banconi dei supermercati finisce solo il 50% della sua produzione. Vuole arrivare al 75% togliendo alla Corvo di Salaparuta il primato di vino siciliano più venduto nel mondo. Vito Varvaro prenderà il posto di Diego Planeta che, insieme a Lucio Tasca d’Almerita e a Giacomo Rallo è uno dei padri della rivoluzione nelle vigne siciliane. Quella che ha portato all’imbottigliamento di qualità rompendo la schiavitù del prodotto sfuso a basso prezzo utilizzato per dare corpo a qualche esangue produzione italiana ed estera. Il cuore della produzione è rappresentato dai vitigni autoctoni: il Nero d’Avola soprattutto e poi il Syrah fra i rossi. Grillo e Catarratto fra i bianchi (senza trascurare il viognier). Attualmente la produzione è di circa 22 milioni di bottiglie (che salgono a 25 tenendo conto del brik e di tutto il confezionato). L’obiettivo a medio termine è di superare la barriera di trenta milioni. Il fatturato, attualmente di quaranta milioni, dovrebbe salire in proporzione. Il traguardo è quello di consentire ai 2.300 soci di portare la resa del vigneto ad almeno cinquemila euro per ettaro. Certamente molto ambizioso. Da qui la mission che i soci hanno affidato a Varvaro e al resto del management: forzare la presenza sulla grande distribuzione con il marchio Settesoli (con un prodotto intorno ai cinque euro) e sviluppare il brand Mandrarossa (top di gamma). Sono partite le nuove campagne di marketing. In primavera ci sono stati i primi passaggi tv. In autunno si ripete.

Mandrarossa Bonera Incontro di Nero d’Avola e Cab Sauv. Sentori di ciliegia in corpo di media struttura e molto fresco. Eccelso rapporto prezzo-qualità ( € 6)

Seligo Rosso Nero d’Avola che con un po’ di Syrah aumenta la spezia e il “piccante”. La struttura è potente senza essere invadente. Il naso ampio. Un rosso davvero mediterraneo (€ 7)

Mandrarossa Cavadiserpe Un poker di vitigni (Nero d’Avola e Merlot protagonisti) per un rosso che è vaniglia e fruta rossa la naso, velluto e nerbo al palato. Paradigma dei vini settesoli (€ 10)

Seligo Bianco Gracanico con piccola percentuale di Viognier che ne accentua la freschezza. Offre fiori bianchi, mela ma soprattutto molto minerale. Palato armonico (€ 7)

Vendemmia Tardiva Mandrarossa Un Viognier in purezza maturato al sole di Sicilia come dire un’esplosione di resine, di dolcezze non stichevoli, di miele di zagara. Davvero notevole ( € 10)

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